Venanzio Ortis: La straordinaria vittoria dell’atleta friulano nei 5000 metri ai campionati europei di atletica del 1978
Ci sono luoghi che sembrano lontani o dimenticati ove si ha la sensazione che il tempo si sia fermato e che nulla di nuovo possa accadere e che, da qui, nulla di nuovo possa arrivare.
Un posto di questi è la Valle del But, una delle sette valli nelle quali si divide la Carnia, in Friuli.
Qui, sin dai tempi dei romani, vivono popolazioni abituate all’isolamento ed al silenzio, quelli che lo storico Romano Tito Livio indicava come i Carni.
Era e rimane una zona isolata e poco popolata, ma tra le poche migliaia di persone vi è stata una selezione genetica particolare, che ha favorito la nascita di grandi campioni in specialità sportive nelle quali la fatica è un elemento preminente.
In questa piccola valle sono nati i fratelli Di Centa, Manuela e Giorgio, campioni olimpici nello sci di fondo.
Ma qui è nato anche un loro cugino, che scelse un altro tipo di fatica, quella dell’atletica, nella specialità del mezzofondo.
Questa è la storia di Venanzio Ortis, nato a Paluzza il 29 gennaio del 55 e dei campionati Europei che disputò a Praga nel1978.
Venanzio inizia a gareggiare da giovanissimo, verso la fine degli anni sessanta, dimostrando subito grandi doti che lo portano a vincere, tra le categorie giovanili, più di qualche titolo, ottenendo anche un secondo posto nel prestigioso Cross delle Nazioni nella categoria juniores.
Già a ventuno anni, nel 1976, partecipa ai Giochi Olimpici di Montreal, ma il momento migliore della sua carriera lo coglie due anni dopo, nel corso dei campionati Europei di Praga.
Si presenta in grande forma a questo appuntamento, dopo aver ottenuto brillanti risultati e grandi risultati cronometrici, in particolare nel Meeting Internazionale di Zurigo, nel quale cede solo a campioni quali il mitico Henry Rono e lo svizzero Markus Ryffel.
Qui, a Praga, nel primo giorno della manifestazione partecipa alla gara dei 10mila metri e conferma il proprio eccezionale momento.
Arriva secondo, in una gara tiratissima, dietro ad un altro mito del mezzofondo, il finlandese Martti Vainio, riuscendo a migliorare il precedente primato italiano di ben mezzo minuto!
Questa eccezionale prestazione, da sola, lo pone tra i protagonisti della manifestazione nella quale brillano, per l’Italia, le stelle di Pietro Mennea e di Sara Simeoni.
Ma il suo capolavoro deve ancora venire.
Venanzio Ortis e la finale dei campionati Europei 1978
È il 2 settembre 1978 quanto Venanzio Ortis scende in pista nuovamente per misurarsi con i migliori atleti d’Europa nella distanza dei 5000 metri, che vede tra i favoriti il britannico Nick Rose, il sovieto Boris Kuznetsov, lo svizzero Ryffel e, soprattutto, Martti Vainio.
La finale parte lentamente ed è una gara tatticissima nella quale il timore di tutti è di dover fare i conti con la fatica patita nei 10mila di qualche giorno prima.
Il primo vero cambio di ritmo avviene dopo metà gara e lo impongono propro Ortis e Vainio, che riescono a sgretolare il gruppo che si riduce dai quindici iniziali dapprima ad otto componenti e, poi, a soli sei nel momento in cui gli atleti affrontano l’ultimo giro.
Rimangono in corsa solo Ortis, Vainio, il rumeno Floroiu, il russo Fedotkin, Ryffel e l’irlandese Treacy, in un plotoncino compatto sino a qualche centinaio di metri dalla fine, nell’attesa che uno di loro lanci un attacco decisivo.
Prima dell’ultima curva è lo svizzero Ryffel, campione dotato di una sprint notevole, che allunga brutalmente nel tentativo di staccare tutti gli altri.
Solo Venanzio Ortis e Fedotkin riescono a rispondergli ed a rimanergli vicini, mentre il resto del gruppo si scolla inesorabilmente.
Siamo sul rettilineo finale e la situazione, per lunghi istanti, sembra cristallizzarsi con Ryffel che sfrutta ogni residua energia difendendo l’esiguo vantaggio guadagnato sui due avversari, distanziati solo di un paio di passi.
Si aprono a ventaglio i tre atleti, producendo il massimo sforzo possibile, nel tentativo reciproco di superarsi in una volata all’ultimo spasimo.
Gli ultimi venti metri
Mancano solamente venti metri all’arrivo quando Venanzio Ortis affianca e supera Ryffel riuscendo in un ultimo decisivo allungo e finendo sul traguardo a braccia alzate mentre lo stesso Ryffel e Fedotkin, ad un decimo di secondo da lui, conquistano il secondo posto ex aequo.
Rimane, a distanza di molti anni, l’immagine di Venanzio Ortis che, superato il traguardo, dopo l’ultimo spaventoso sforzo, recupera la sua corsa elegante nel compiere il meritato giro di pista a braccia alzate.
È una medaglia storica, perché per la prima volta un atleta italiano coglie una medaglia d’oro in una gara di fondo nei campionati europei.
Purtroppo a questo successo non ne seguiranno altri, una serie di infortuni impedirà a Venanzio Ortis di ripetersi e lo costringerà ad una carriera meno lunga e meno gloriosa di quanto avrebbe meritato.
Qui la telecronaca degli ultimi due giri: https://www.youtube.com/watch?v=gdvLGGoHcoM