Risparmio Energetico – Strategie ed opportunità
Uno degli elementi cardine della Green Economy è l’uso razionale dell’energia, perché è innegabile che l’energia più verde è quella risparmiata, grazie ai miglioramenti tecnologici e soprattutto grazie all’uso oculato e virtuoso.
La realtà però, oggi è molto diversa perché, se è vero che tutti hanno assunto consapevolezza circa l’esigenza di ridurre il consumo di energia e ogni azienda conosce l’entità dell’energia consumata, pochi sono coloro che sanno come questa energia viene distribuita nella struttura produttiva e quali sono i reali consumi distribuiti nei vari centri di costo.
Quelli indicati sono i principali vettori energetici che alimentano i processi produttivi delle aziende manifatturiere e di servizio; a loro volta questi vettori sono dedicati a specifiche applicazioni, ognuna delle quali viene comunemente indicata come “centro di costo”.
Per poter operare un vero risparmio occorre quindi monitorare con estrema precisione, ognuno di questi centri di costo con apparecchiature che possano rilevare, con continuità, sia la quantità di energia dedicata ad ogni singolo processo, sia l’efficienza con cui viene utilizzata quell’energia.
A questo scopo si realizzano delle diagnosi energetiche (audit energetici) che devono avere lunga durata (almeno un anno) per poter tenere conto anche degli andamenti stagionali che sono fortemente influenzati da ore di luce e temperature esterne.
Ogni azienda che intenda effettuare investimenti in risparmio energetico, dovrà quindi, prima di prendere ogni decisione, effettuare una seria indagine che identifichi la priorità degli investimenti da effettuare e le corrette scelte per migliorare l’efficienza energetica.
Qual è la differenza fra risparmio energetico ed efficienza energetica?
Fare efficienza comporta un risparmio energetico, ma non è necessariamente vero il contrario. Come indicato dalla Comunità Europea nel suo Libro Verde, fare efficienza energetica non equivale a “risparmiare” ma a “fare di più con meno”. (es: per risparmiare nel riscaldamento degli ambienti si potrebbe abbassare la temperatura dei corpi scaldanti, con una corrispondente diminuzione del benessere abitativo. Migliorando invece la coibentazione di pareti ed infissi si raggiunge una riduzione della spesa energetica, a parità di benessere percepito).
Negli ultimi 10 anni l’incidenza del costo energetico sulle attività produttive ha registrato un costante aumento, a seguito del trend che hanno avuto i vettori energetici principali (elettricità e gas).
Le imprese industriali italiane, oltre alle difficoltà di mercato, scontano dunque un costo dell’energia che rispetto alla media europea è più alto di oltre il 25%.
In un contesto congiunturale particolarmente sfavorevole poi, le nostre aziende vedono ridursi quote di mercato e margini ma non hanno ormai più risorse per recuperare competitività, se non aggredendo in modo sistematico il costo energetico.