Partiamo con la domanda: Vi siete mai chiesti che impatto ha la tecnologia nel rapporto tra mercato, aziende e lavoro?
In questo periodo storico, ci rendiamo sempre più conto che non è una domanda di poca importanza. Come suol dirsi: “Con questi chiari di luna!” Forse due riflessioni non guastano, visto che poi c’è chi su questi argomenti ci lavora e ci studia, come gli Osservatori del Politecnico di Milano, e che proprio di recente ha reso pubblica una ricerca su questo argomento.
Bene, se analizziamo per grandi schemi la fase attuale, possiamo notare che la tecnologia sta invertendo il rapporto tra mercato e aziende.
La tecnologia e Henry Ford
Per dirla in breve: il fordismo (da Ford, colui che fondò l’omonima casa automobilistica e di cui si ricorda la celebre frase “Ogni cliente può ottenere una Ford T colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero”) seguiva il mercato, il toyotismo (termine un po’ brutto, si riferisce alla Toyota), con l’introduzione del just in time, ha cercato di adattarvisi in velocità, la fase attuale punta a precedere il mercato, grazie ai Big Data ed agli Analytics, che significa e vogliono dire: “Ho a disposizione un sacco enorme di dati e degli algoritmi per analizzarli”.
Basti pensare che cosa può significare per un’organizzazione, come ad esempio la grande distribuzione, nella gestione del ciclo di approvvigionamento e delle campagne vendita, poter analizzare flussi commerciali non solo in tempo reale ma anche regione per regione, punto vendita per punto vendita. Se credevate di essere voi a scegliere che cosa vi va di mangiare, ecco ora siete consapevoli che qualcuno …lo sapeva già, l’aveva già previsto!
Una rivoluzione non da poco, perché proprio come viene definito dal modello Web 4.0, che poi vuol dire semplicemente che gli utilizzatori possono essere contemporaneamente anche produttori di contenuti, istituisce un canale di comunicazione dal basso verso l’alto, e non solo al contrario, dal vertice della piramide decisionale verso la base.
Le informazioni che vengono dai livelli periferici di un’azienda, di ogni azienda, acquistano così rilievo strategico.
Danno il feedback, sono un monitoraggio costante, che permette il controllo.
E se trovano il giusto canale di comunicazione possono dare un contributo rilevante in termini di collaborazione e di risultati di business.
Questo mette in atto un cambio di metodiche che tendono a smontare il lavoro seriale, cioè basato sulla ripetizione di procedure standardizzate e ripetitive, sostituendolo con un’organizzazione del lavoro più pro-attiva o smart working, in cui non si hanno più dipendenti, ma problem solver o solutori di problemi.
È una trasformazione simile, ma in termini molto più avanzati, del passaggio che si è avuto dalla produzione industriale delle linee e delle catene di montaggio alle isole di montaggio.
E questa tendenza si accompagna a quella che vede una riduzione delle grandi produzioni “mass market” in favore di prodotti a maggior valore aggiunto ma anche con alte potenzialità di personalizzazione, roba da far rivoltare nella tomba il buon vecchio Henry Ford.
Tecnologia Digitale
Le nuove tecnologie digitali stanno cambiando anche il modo di lavorare, quello che viene definito Smart Working, ovvero il lavoro 2.0 (questo numero è una costante, ma è una mania degli informatici che ha contagiato anche i sociologi, cosa che ha reso difficile distinguere gli uni dagli altri, che tempi!).
Se fino ad ora l’immissione di tecnologia nelle imprese è stata fondamentalmente automazione di procedure (con frequenti perdite di posizioni lavorative) adesso si è entrati in una nuova fase.
La tecnologia non prende il posto del lavoratore, ma cambia il suo modo di lavorare (in meglio, naturalmente).
La possibilità di utilizzare i device mobili e nuove soluzioni software di condivisione e collaborazione, liberano dalla necessità della presenza fisica in un determinato posto e in un preciso momento, dando maggiore flessibilità e nel contempo maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione ad ogni lavoratore della conoscenza (un bel modo per definire gli impiegati).
Ecco perché oggi possiamo affermare che “lavorare” non è un posto dove si va, ma “una serie di momenti” fatto di Conversazioni, Riunioni, Documenti (files), Contenuti, Compiti (azioni).
Oggi la Didattica Digitale è fondamentale per proseguire la scuola anche da casa. Ma è efficace? Sarà il nostro futuro? Solo il domani ce lo dirà.