Venezia fuori dalle luci turistiche
Una via d’acqua si appoggia sulla più grande isola di Venezia, il cui nome è una leggenda e pochi sanno la realtà. Il mistero di Venezia vive tra queste case, un silenzio rotto dai cittadini indaffarati del quotidiano e nulla più. Alcuni dicono “Zudegà” dalle terre concesse alle famiglie, richiamate dall’esilio in Venezia o insediamento ebraico. Cammini sulla riva e ammiri lo sky line della città lagunare e senti le piccole onde composte anche dai vaporetti che ti lambiscono i piedi.
La chiesa del Redentore costruita nel XVI secolo per celebrare la liberazione della città dalla tremenda pestilenza, è considerata uno dei maggiori esempi di architettura sacra palladiana. Le alte mura delle abitazioni hanno principalmente un colore rosso, dato dai mattoni, e il pavimento di grosse pietre verticalizza la forma e crea pace. Le persone che incontri sono schive e riservate, capisci quanto sono fortunate, ad abitare in un angolo del mondo fatto su sé stesso.
Incontriamo la chiesa delle Zitelle, iniziata nel 1582 da Jacopo Bozzetto, su progetto del Palladio, e ultimata nel 1586. Il nome della chiesa e dell’ospizio restituisce la funzione degli stabili nell’ospitare le ragazze povere di Venezia, chiamate proprio “zitelle”, per completare la loro educazione sino al conseguimento dell’età per sposarsi. Gli studi vertevano sulla musica, anche perché questi edifici erano stati progettati e costruiti con una formidabile resa acustica interna.
I piccioni non mancano, sembrano anche loro a casa, come il viandante che pure non ha casa alla Giudecca, ma il clima e l’atmosfera la rende tale. Anche qua non mancano i ponti sui canali e gli scorci che si ammirano sono unici e speciali.
Arriviamo alla chiesa di Sant’Eufemia, antichissima di origine veneto-bizantina, tante volte modificata nei secoli, dove dell’originaria costruzione conserva colonne e capitelli e l’impianto basilicale. Alla Giudecca si trova anche il Molino Stucky, una fiaba di stile neogotico da quando nel 1884 l’industriale Giovanni Stucky trasferisce la sede del suo mulino. La storia è molto grande e vale una visita.