Paolo Zanarella: il pianista fuori posto
Paolo Zanarella lo si può incontrare a suonare nei posti più inconsueti: mentre si passeggia serenamente in città, mentre si sale sui sentieri di montagna, sopra la città di Venezia e anche in una piazza al mare. Un uomo che suona volando, oppure negli spazi aperti trasformando in musica tutto il mondo intorno, senza convenzioni.
Intervista a Paolo Zanarella
Paolo, come mai ha scelto di chiamarsi “Il Pianista Fuori posto”?
Ho scelto di chiamarmi “Il Pianista Fuori Posto” perché voglio portare musica dove non c’è, toccare con le mie note tutti quei luoghi che non hanno mai scoperto la magia e la melodia di un pianoforte. Ho voluto fare qualcosa di non convenzionale per coinvolgere e avvicinare la gente alla musica in un concerto fuori dagli schemi, fuori posto. Questo perché voglio portare la musica ovunque, con semplicità mettermi al servizio di tutti, sulla strada, come provocazione, rottura degli schemi.
Dove raccoglie l’ispirazione delle sue improvvisazioni?
Le raccolgo dai posti, dove suono, dall’ambiente che mi circonda e dai suoni che percepisco. Mi piace emozionare le persone all’istante, farle fermare
dalla loro frenesia del fare e permettere loro di concedersi un po’ di tempo per ascoltare una musica fuori posto. Suonare nei luoghi convenzionali
è bello si, ma non aspettarsi un pianoforte che suona e trovarlo nel quotidiano della gente mi stimola ogni giorno sempre di più. Riuscire ad emozionare è la mia massima aspirazione.
Come trasporta il pianoforte?
Tutti me lo chiedono: ho creato un meccanismo che mi consente di trasportare il pianoforte dovunque.
Come la accoglie la gente?
Ho sempre un riscontro positivo. La cosa che amo di più è quando si fermano ad ascoltarmi persone con aria scettica e sufficiente e quando finisco di
suonare sono lì ancora e mi fanno i complimenti. Oppure quando si avvicinano giovani che mi dicono che ascoltano tutt’altra musica e poi mi chiedonoil cd e nei giorni successivi trovo messaggi e mail di inaspettata bellezza.
Il chiuso e l’aperto, due situazioni opposte, creano situazioni opposte?
Per me no. A me piace suonare all’aperto e vivere all’aperto. La libertà di suonare senza convenzioni è fondamentale per arrivare al cuore e all’anima della gente. Mi piace arrivare là. Il chiuso lo uso solo per riposare.
I messaggi della gente
I messaggi che mi arrivano sono di questa bellezza:
• “Il pianista fuori posto, ma che a me sembra sempre decisamente nel posto giusto! Bello ascoltare la musica così, senza giudizio, senza critica, perché quest’uomo ti trasmette solo una grande energia, sentimento, passione, voglia di arrivare al cuore della gente. Grazie Paolo Zanarella per quello che fai, un giovedì sera indimenticabile. Che bello sarebbe se potessi essere contemporaneamente in tutti i posti del mondo!!”
• “Mi sono innamorata della tua musica. Ieri pomeriggio, a Grado ti ho detto che non era il mio genere di musica, ma mi piaceva sentirti e vederti
suonare e ho voluto provare. Rientrando a casa, dopo una serata di lavoro, ho ascoltato il tuo cd, circa 1 ora di strada, e sono stata rapita da una magia, la mia mente e il mio cuore hanno iniziato a volare in un cielo di romanticismo, gioia, fascino e mi sono innamorata della tua musica”
•“Starti vicino oggi mentre ci parlavi con le note del tuo pianoforte è stata un’esperienza che non dimenticherò: ho ballato, ho sorriso, ho pianto e ho
anche intravisto il tuo animo: di grande sensibilità, grande umanità, grande voglia di annunciare i valori più profondi che partono da un cuore desideroso di belle armonie e di pace. Prima di andarmene ti ho chiesto di poterti stringere la mano, quasi nel tentativo di perpetuare quelle emozioni! Il Signore ti ha donato tanta ricchezza in quelle mani e tu ne stai facendo dono a tutti noi. Grazie per la tua semplicità, per la tua umile grandezza, per la tua testimonianza nella scelta di stare in mezzo alla gente semplice col tuo straordinario talento! Il mio desiderio è quello di poterti incontrare di nuovo.