Amo il lavoro e la famiglia
- Chi è Paola Grande?
Bella domanda. Mi piacerebbe credere con orgoglio che Paola Grande è figlia di una famiglia d’immigrati italiani, la quale è riuscita a costruire con successo una vita straordinaria per sé stessa, ma soprattutto per i propri figli, mostrando loro cosa voglia dire essere italiani e dare sempre sé stessi agli altri in qualsiasi circostanza, nonostante tutto. Paola Grande non si arrende mai né si abbatte, è devota alla sua famiglia, perché è la cosa che conta di più per lei, e in qualunque cosa sia o faccia, è sempre Grande!
- Perché ha scelto la carriera di attrice?
Era l’unica strada che il mio cuore mi diceva di seguire. All’inizio volevo diventare avvocato, (che sicuramente può essere altrettanto teatrale!), ma quando poi ho assistito a una lezione di legge, mi sono sentita vuota. Ho colto l’occasione, e per gioco ho fatto un provino quando frequentavo l’università. Ho ottenuto la parte e fin da subito mi sono appassionata. Da allora non riesco ad immaginarmi a fare nient’altro ed è rimasto tuttora il mio principale obiettivo.
- Che cosa le piace del mondo dello spettacolo?
Per me le prove sono la parte più divertente ed entusiasmante della recitazione. Puoi sperimentare, fare nuove scoperte, sbloccare tutto ciò che è preimpostato, manierismi, individuare l’essenza del personaggio da interpretare e vivere in un mondo composto interamente dall’immaginazione. Fare tutte queste cose è davvero elettrizzante.
- Quali sono le parti che le piace fare?
Ce ne sono così tante! Se mi venisse data l’opportunità di mettere in scena Shakespeare sarebbe un sogno che diventa realtà, in ruoli come ad esempio ‘Lady M’ in The Scottish Play (“Macbeth”), e ‘Porzia’ in The Merchant of Venice (“ Il mercante di Venezia”). Riguardo al teatro, mi piacerebbe interpretare ‘Eurydice’ in Eurydice (“Euridice”) di Sara Ruhl, ‘Meg Magrath’ in Crimes of the Heart (“Crimini del cuore”) di Henley. Ma anche ‘Dr. Livingston’ in Agnes of God (“Agnese di Dio”) di Pielmeier e sullo schermo ogni ruolo femminile delle opere di Tennessee Williams. Chiaramente, anche tutti i classici del teatro americano. Adoro il Natale, quindi mi piacerebbe interpretare qualsiasi protagonista in un film natalizio, anche quello con la trama più scontata!
- Lei ha altre passioni?
Assolutamente! Amo leggere, cantare e visitare musei. La mia più grande passione è essere una brava madre e moglie. So che può sembrare banale, ma per me non esiste un’avventura più bella che dare, coltivare e guardare una vita così bella e pura svilupparsi e crescere.
- Come attori e attrici, quali sono i suoi maestri?
Ho avuto professori di alto livello alla Brown University a Providence, come a Londra e a New York. Gli attori professionisti dai quali ho imparato di più sono quelli che lasciano il segno a tal punto da farti dimenticare che stai guardando qualcuno interpretare un personaggio. Piuttosto ti fanno credere di stare guardando la storia di una persona vera. Per me questi attori sono, Emma Thomson, Benedict Cumberbatch, Bill Nighy, Brie Larson, Stanley Tucci e senza dubbio anche l’incredibile Meryl Streep. Adoro come ciascuno di loro riesca a creare un personaggio che arriva a trovare la leggerezza anche nei momenti più bui, è una cosa molto empatica da fare e questi, nel farlo, sono uomini ineccepibili.
- Quali consigli darebbe ai nuovi attori?
Non smettere mai di imparare, perché ciò ti manterrà sempre proiettato verso il futuro e ti permetterà di evolvere sia come attore, ma soprattutto come persona. La seconda e la cosa più importante: ricorda sempre chi sei e quello che ami al di fuori della recitazione. Fai in modo che sia questo a definire chi sei, non la tua professione. Questa è un’industria difficile ma al tempo stesso abbagliante, fatta di alti e bassi, ed è facile perdersi nell’euforia del successo. Questo è la sottile differenza tra vivere e essere vivo. Tu vali di più della tua professione. Sei un essere umano: luminoso, brillante e pieno di amore. Il vero te è di gran lunga meglio di qualsiasi ruolo mai creato.