Il pannello fotovoltaico: vediamo come si realizza ricordando che, la cella è un dispositivo delicato, che deve essere protetto dall’umidità e deve essere collegato in serie, in genere da 36-92 unità, per poter raggiungere una tensione idonea per essere utilizzata nelle nostre abitazioni.
Per poter garantire adeguate caratteristiche di robustezza e impermeabilizzazione la cella viene inglobata in un sandwich avente la sezione illustrata nelle figure seguenti; i numeri identificano i seguenti materiali:
- Cornice realizzata con profilo in alluminio ottenuto per estrusione e che serve a dare rigidità al pannello e fissarlo sulle varie tipologie di strutture di installazione (coperture di abitazioni o capannoni, pensiline, pali, telai a terra ecc.),
- Guarnizione in neoprene che sigilla il bordo del pannello per evitare infiltrazioni di acqua;
- Vetro temperato di protezione frontale avente uno spessore di 3-4mm. Si tratta di un vetro ad elevata trasparenza per garantire la massima efficienza al pannello;
- Materiale inglobante (di solito etil-vinile acetato E.V.A.);
- Celle fotovoltaiche;
- Lamina di protezione posteriore (di solito un polimero impermeabile, molto stabile negli anni che si chiama TEDLAR ).
Sulla faccia posteriore del pannello fotovoltaico viene poi collocata una scatola sigillata che contiene le connessioni del modulo che consentono il collegamento elettrico dei pannelli fra di loro fino a formare impianti di qualsiasi potenza.
Il collegamento delle celle fra di loro, viene realizzato mediante sottilissime piattine di rame nichelato (chiamate RIBBON); tutte le fasi di movimentazione e saldatura delle celle hanno luogo in ambiente sterile e mediante moltissimi robot che maneggiano celle e pannelli con una precisione ed una velocità impossibili per un essere umano.
Il prodotto finito è un rettangolo, che nelle versioni più diffuse misura circa 1 x 1,7mt, ma sovente vengono realizzati pannelli di altre dimensioni per soddisfare esigenze diverse dalla produzione di energia per uso domestico o industriale.
Oggi siamo abituati a vedere i pannelli fotovoltaici sui tetti delle case e dei capannoni, ma questa è solo la più recente applicazione; i pannelli da decenni vengono utilizzati per alimentare piccole utenze in luoghi isolati, ad esempio stazioni meteorologiche, baite e malghe, misuratori di livello dell’acqua nei corsi d’acqua e, in paesi in via di sviluppo, frigoriferi per conservazione di vaccini, illuminazione stradale ed ogni altra situazione nella quale occorra energia elettrica in luoghi non serviti dalla rete di distribuzione.
Ogni pannello fotovoltaico produce energia elettrica in corrente continua e per poter essere collegato ai normali elettrodomestici occorre invece disporre di corrente alternata che viene ottenuta utilizzando l’Inverter, un dispositivo elettronico che sarà il tema che affronteremo nel prossimo numero.