Green Deal e PSR
Una tavola rotonda a Longarone Fiere come primo appuntamento del Festival e Fiera delle Foreste si è svolta per affrontare il discorso ambientale dopo la tempesta Vaia.
Il tema è il nuovo PSR (Programma Sviluppo Rurale) e Green Deal e la cornice del meeting è il Pian del Cansiglio, famosa zona forestale che ha dato il suo legno per la costruzione di Venezia.
La musica che si ascolta nelle foreste è unica e singolare e così, per spiegare quello che si sta facendo, hanno preso la parola chi si occupa ogni giorno di questa meraviglia.
Green Deal
Il Green Deal deve essere incoraggiato perché queste realtà diventino un centro non solo di promozioni ma di creazione di una rete con persone che sanno lavorare in team e sinergie.
L’obiettivo della fiera è diventare il centro d’interesse per tutte quelle aziende che producono e costruiscono per rendere agibile la vita in questi territori. Le Dolomiti sono il patrimonio dell’Umanità e anche se fosse un territorio difficile, bisogna amarlo e svilupparlo.
I progetti turistici e ambientali devono prendere il percorso della continuità e non essere solo messaggi spot. Il commercio del legno dovrebbe essere supportato con continuità e solo con queste sinergie si trasforma il sogno in realtà.
Il Green Deal è un programma di crescita “verde” cioè un progetto già in moto che ha subito un brusco rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria, ma il consenso che il Green Deal ha ricevuto è stato massimo.
Il futuro è di certo “verde” grazie agli investimenti e i sacrifici che tutti stanno facendo, nel settore agricolo e non solo. Vive con noi una grande sfida anche al cambiamento climatico.
Il Green Deal si svolge su diverse strategie che parte dal cambiamento climatico fino ad arrivare all’abbassamento dell’inquinamento, dove l’azione fondamentale è il rimboscamento delle montagne anche per ripulire l’aria e dare alle foreste la loro importanza per il nostro benessere.
La necessità odierna è sviluppare un’agricoltura biologica sia costruita sia mantenuta La frequenza degli eventi atmosferici estremi ci rende consapevoli che una trasformazione dobbiamo attivarla.
Le zone rurali devono ripopolarsi con giovani che s’innamorino della natura e con la loro esuberanza incomincino un percorso professionale green.
Ovvio che c’è bisogno di tanta volontà da parte di tutti: le Dolomiti esistono e noi dobbiamo amarle.