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Castello Oldofredi a Iseo

Una gita ad Iseo

Castello Oldofredi

Iseo e la sua storia

La Repubblica di Venezia insieme a suoi vasti confini storicamente si è sempre distinta per sviluppo e prosperità. Naturalmente il suo proverbiale dominio, creava anche situazioni ostili. Un esempio di avversità a Venezia si trova nel pensiero della famiglia degli Oldofredi, nobili di Manerbio sul Garda, che nel XIII secolo acquista un carattere superiore di fama e potere.

Gli Oldofredi

L’estrazione civile degli Oldofredi si attesta intorno alla filosofia e stile di vita dei ghibellini e filomilanesi, caratteristica fondamentale per essere considerati avversi a Venezia.

Il castello, nel cuore della città di Iseo è costruito intorno all’anno Mille, e la supremazia politica degli Oldofredi dura fino al 1426, quando devono scappare a Cesena dove potevano ancora vantare i titoli nobiliari di Iseo.

Un castello di vitale importanza

La storia politica e famigliare dei nobili che abitato la città di Iseo, è non di meno travagliata, di altre città più esposte ad attacchi e invasioni. Il castello diventa un classico avamposto militare ed economico, quand’è che, a Iseo c’è un porto, e per la città di Brescia la sua posizione rappresenta un importante crocevia di merci. Strategicamente il Castello Oldofredi rappresenta una fortificazione importantissima per la difesa della città: i momenti non propizi ci sono stati infatti, la prima sconfitta risale al 1161, quando subisce il primo incendio da parte di Federico Barbarossa e in seguito altri condottieri si accaniscono contro la struttura. Questo dimostra quanto la sua posizione e la sua conformazione fosse scomoda a chi volesse conquistare militarmente la città di Iseo e tutto il circondario.

L’avversione a Venezia, non fu utile agli Oldofredi, perché Iseo, in seguito alla conquista del Carmagnola, passa alla Serenissima nel 1426, il potere è consegnato al Comune, e così sono costretti all’esilio: da questo momento in poi, la città di Iseo inizia una fase di sviluppo e prestigio. Infatti, come attestano i documenti dell’epoca, gli Oldofredi sono considerati una famiglia di banditi.

Gli anni d’oro di Iseo

La città di Iseo acquista prestigio e così le attività economiche prendono vigore e forza: il lago d’Iseo e il suo porto diventano, per l’alta parte pedemontana, un centro fondamentale per i mercati, tanto che si legge uno studio di Leonardo da Vinci, come esista un canale navigabile da Bergamo a Brescia proprio passante per Iseo. I fatti si susseguono e si arriva intorno al 1700, quando diventa di spicco l’attività tessile della lana, supportata e condivisa dai borghesi di Iseo, pronti a ricevere la nuova corrente politica della Repubblica Cisalpina. Lo sviluppo territoriale si amplifica con l’arrivo dell’illuminazione pubblica, tratte navigabili del lago, la ferrovia da Brescia e nuove infrastrutture del porto e della città stessa.

La conformazione esterna del castello rimane abbastanza identica nel tempo, mentre il susseguirsi degli eventi, della storia e delle persone ha modificato la struttura interna.

L’importanza storica degli Oldofredi

Certo è che, grazie alla sua costruzione, tutto il susseguirsi degli eventi è stato caratterizzato dalla sua presenza: la famiglia Oldofredi, è stata un elemento fondamentale nella storia della città. Basti pensare che nel 1784 sia stata creata una testimonianza vicina alla forma di università, tanto per comprendere quanto sia stata fondamentale l’attività tessile nella zona. Il maniero ne è parte integrante grazie alla sua posizione e forma. Tutta l’Italia settentrionale si serve di Iseo per aumentare la propria supremazia in campo economico e commerciale e la città di Brescia, usa il castello come postazione avanzata necessaria di difesa.

La Serenissima ha portato anche in queste terre la sua egemonia e la sua filosofia di serenità e pace: tutto questo è riconosciuto nello sviluppo del territorio e nella crescita economica importante e originale.

Il castello di Oldofredi risale all’anno Mille, e in più di mille anni ha condizionato la vita di molte comunità sebine, bagnate da questo stupendo lago.

 

Gianni Fellissent

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Antropologo