Giovanni Jean Antiga da Miane allievo di Mascagni.
Ritratto di Giovanni Jean Antiga da Miane, grande musicista e distinto compositore.
“La mia musica è di struttura e concezione chiara e descrittiva, cioè priva di ricercatezza e soprattutto di quell’inasprimento discordante continuo e intollerabile, voluto dalla tecnica dodecafonica, ossia scienza progressista. Attinsi dal folclore della vita paesana e montanara della Vallata, le impressioni più vive e caratteristiche, ed ho cercato nel mio modesto intento di far risaltare quei sentimenti e costumi tradizionali nostri, che caratterizzano la regione trevigiana.”
Giovanni Jean Antiga, che scrisse queste parole quando aveva cinquant’anni, nacque il 29 giugno 1878 a Miane, piccolo paese ai piedi delle prealpi trevigiane. La carriera di questo insigne musicista trevigiano fu decisamente brillante, ma ancora di più rilevante considerazione il suo percorso formativo, con i migliori maestri dell’epoca. Angelina Da Giau Lazzari, quasi centenaria e nipote prediletta del maestro Giovanni Jean Antiga, ricorda :
[…] Fin da bambino imitava alla perfezione il canto delle lavandaie del paese, correva in chiesa per ascoltare l’organo e si rifugiava tra i boschi di Miane per ascoltare il canto degli uccelli. Si costruì anche un flauto con le canne che abbondavano lungo i fossati. Era veramente destinato alla musica […][1]
Ma la famiglia era numerosa e le difficoltà di responsabilità risultavano tante, così i genitori decisero di affidare Giovanni alle cure di don Leopoldo Antiga, fratello di suo padre. L’infanzia fu durissima, segnata dal carattere severo ed irascibile dello zio. Dal manoscritto biografico steso dallo stesso Antiga, si apprende :
[…] Lo zio comandava con severità e guai se non eseguivo ai suoi ordini. Mai un tenero sguardo, una carezza, una parola di soddisfazione. Bisognava vederlo nella sua veste nera in mezzo allo stradone bianco, gesticolando con le sue braccia imprecando inconsuetamente da incutermi un grande spavento […][2]
Duro lavoro, sacrifici, pensieri di vita, consapevolezze. Accanto a questo quadro di vita e di esperienze, uno spazio veniva riservato anche all’arte dei suoni. Le prime nozioni musicali le apprese dal maestro Ferdinando Battel, organista della parrocchia di S. Michele di Ramera, il quale espresse subito parole di conforto e di meraviglia per la rara attitudine musicale del giovanissimo allievo. Pienamente consapevole delle doti prodigiose di Giovanni, il maestro Battel giudicò indispensabile l’iscrizione ad un Conservatorio. La scelta cadde per il Conservatorio “G. Verdi “ di Milano e fu subito ammesso nella classe di violino del celebre maestro Antonio Bazzini, amico di Mendelssohn, Paganini, Schumann e maestro di Giacomo Puccini. L’ambiente milanese favorì una crescita umana e spirituale nel giovanissimo violinista, trovandosi a contatto anche con altri studenti e grandi musicisti. Antonio Bazzini, ormai al termine della sua carriera didattica incitò Giovanni a proseguire gli studi con Raffaele Frontali,[3] docente al Conservatorio di Pesaro e di Venezia. Così a soli dodici anni il piccolo Giovanni entrò al Conservatorio di Pesaro e affiancò allo studio del violino, anche lo studio della composizione, nella classe del grande maestro Pietro Mascagni. Studente modello, profondo conoscitore dell’arte violinistica e della composizione, Giovanni fu colpito dal vento innovatore di Mascagni, l’autore della infuocata Cavalleria rusticana, che fu nel 1890 la rivelazione di un acceso lirismo; il contatto e lo studio con Mascagni fu determinante per la sua formazione, per la sua crescita spirituale e per la sua energia creativa.
[…] Spesso mi raccontava del suo incontro con Mascagni. Mio zio ereditò lo stile di Mascagni nelle sue prime composizioni. Il maestro aveva una grande considerazione di mio zio, in quanto aveva intuito le sue potenzialità e la sua rara sensibilità musicale. […]
L’INCONTRO CON ERMINIA FOLTRAN CARPENÈ.
Nel 1888 oltre al violino aveva intrapreso anche lo studio del pianoforte, ed ora che aveva terminato gli studi di violino (diploma nel 1898) si cimentò anche con il pianoforte. Attraverso il maestro Battel, ebbe la fortuna di conoscere la pianista Erminia Foltran Carpenè (1876-1972). Rapito dal suono e dalle agili mani della giovane insegnante, si dimostrò consapevole nel riprendere lo studio del pianoforte, sotto la sua guida. Nella scuola pianistica della maestra Carpenè si coltivava amorevolmente il culto della musica romantica : Liszt, Chopin, Schumann; una scuola che prediligeva il gusto musicale, l’istinto fisico, la libertà del pianismo, associata alla fedeltà assoluta al testo, precisa e fine nei particolari. Dopo anni di intenso e proficuo studio, a ventidue anni, Giovanni ottenne il diploma di pianoforte al Conservatorio di Milano e fu subito chiamato come accompagnatore di grande valore presso la Cattedrale di Grasse in Francia, dove assunse il ruolo di organista, compositore ed insegnante di pianoforte. La ricchezza artistica del giovane musicista culminerà con l’incontro di Jules Massenet, avvenuto nel 1901 e dal quale scaturirà un’amicizia duratura. Grazie al legame artistico di Massenet verrà nominato direttore e organista della Chiesa di S. Giuseppe a Nizza. Nella città francese si dedicherà alla composizione, all’insegnamento e al concertismo. Memorabili e leggendari i suoi concerti sostenuti a Menton, Marsiglia, Nizza e Parigi. Nell’ambiente parigino fecondo e carico di storia riuscirà a conquistare la stima e l’amicizia di illustri personaggi : Claude Debussy, Maurice Ravel, Bèla Bartòk, Andrè Messager, Gabriel Faurè, Camille Saint Saens, Vincent d’Indy e molti ancora. A Grasse incontrerà anche la violoncellista Jenny Motti,[4] che diventerà sua moglie nel 1905. Dal matrimonio nasceranno due figlie : Andreina e Mireille, entrambe destinate all’arte[5]. Nonostante l’accesa e crescente fama e considerazione in terra francese, Giovanni non dimenticò mai le sue amate colline trevigiane ed era tanto il desiderio di ritornare; così dopo un lungo viaggio soggiornava a Miane dai suoi genitori, ma il suo arrivo in paese si trasformava in un vero e proprio evento.
[…] Ricordo che quando si sapeva che sarebbe arrivato in paese Giovanni Antiga dalla Francia, il cappellano correva in chiesa per suonare le campane; era una grande festa. Io abitavo a Follina e nel corso della strada vedevo decine e decine di persone che si avviavano nella piazza di Miane. La notizia veniva riportata da casa in casa e la folla aumentava sempre di più. Tutti urlavano : “ E’ arrivato il professore…è arrivato il professore”. La piazza si riempiva a macchia d’olio, tutti ansiosi di salutare il divo di Miane. […][6]
La sua visita a Miane non si limitava nel riabbracciare i parenti ma studiava intensamente e sosteneva concerti in tutta la Vallata. E’ ancora vivo e presente nella memoria di molti trevigiani, i suoi splendidi concerti d’organo e di pianoforte alla Chiesa di Miane, alla villa di Toti Dal Monte (sua prima allieva di teoria e solfeggio), al Santuario della Madonna del Carmine, all’Abbazia di Follina, al Castello dei Conti Brandolini.
[…] Spiccava talvolta la presenza del prof. Giovanni Antiga, originario di Miane, noto compositore che riscuoteva numerosi consensi di critica e di pubblico soprattutto in terra di Francia. Così avvenne nel concert tenuti a Follina nell’autunno del 1906, alla cui esecuzione strumentale presero parte Giacomo De Conti, Vasco Pillon e Ruggero Sartorio al violino, Antonietta Tandura al pianoforte, Antonio Ballarin al flauto e Maria Tandura per l’esecuzione vocale. Il prof. Antiga, con la moglie Jenny, fu presente anche a Cison nel settembre del 1911 al trattenimento musicale nella sala dell’Agenzia dei conti Brandolini. Fra i giovani artisti si era messa in luce la signorina diciottenne Antonietta Meneghel, che aveva interpretato egregiamente la Mattinata di Leoncavallo e l’Aria dei gioielli del Faust. Qualche anno dopo sarebbe diventata, in arte, Toti Dal Monte. […][7]
Il rientro a Nizza, sempre brillante, era dominato da numerosi impegni : concerti, commissario d’esame al Conservatorio e pubblicazioni con la casa editrice Lucien Delrieu, che diventerà in seguito il suo principale editore. Ormai divenuto uno delle massime autorità musicali francesi Giovanni Jean Antiga conquisterà la carica di Istruttore della Pubblica Istruzione e Grande Ufficiale dell’Accademia Nazionale di Parigi. Le sue composizione troveranno caldo accoglimento e critiche positive da grandi personaggi: da Francis Plantè, a Vincent d’Indy, dalla principessa Jolanda d’Italia a Papa Pio X, dalla contessa Leopolda Brandolini d’Adda, al musicista Andrè Messager, che lo definirà eccellente musicista, da Gabriele d’Annunzio a Louis Gannè, direttore d’orchestra, da Pietro Mascagni ad Amilcare Ponchielli e tanti ancora. Il successo in terra francese è anche suggellato da premi e riconoscimenti riportati in concorsi internazionali di composizione: Primo premio Smit di Parigi, Primo premio La Gazzetta del Nord di Parigi e la partecipazione al Concorso Regina Elisabeth di Bruxelles. Nel 1960, a 82 anni muore nella sua casa, dopo un attacco di cuore. Il maestro Giovanni Jean Antiga fu un esempio mirabile di umiltà, bontà e genialità d’artista, oltre a questo si aggiungeva questo speciale attaccamento alla sua patria, all’Italia (rinunciò alla pensione degli artisti, offerta dall’Accademia Nazionale di Parigi, per non perdere la cittadinanza italiana).
[…] Si tentò con tutti i mezzi di farmi cambiare bandiera, cambiare Patria. Voglio vivere tutta la vita povero all’estero che in un solo giorno rinnegato e ricco per sempre […][8]
L’ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOVANNI JEAN ANTIGA.
A suo ricordo, il dott. Andrea Bayou e il comune di Miane, si sono impegnati per ricordarlo nel suo paese d’origine, attraverso l’affissione di una targa commemorativa nella casa natale, l’istituzione di una associazione culturale e il rientro della salma del maestro da Nizza al cimitero di Miane. Avvincente anche la pubblicazione di una biografia artistica, con le preziose testimonianze del direttore del Conservatorio di Pesaro, di Nizza, del pianista Raimondo Campisi e del Presidente della Repubblica Italiana. Un atto di profonda riconoscenza da parte del comune di Miane è stato reso con l’intitolazione del nuovo Auditorium di Miane, inaugurato a maggio 2013, alla presenza del Sindaco Angela Colmellere e del governatore Luca Zaia. Nel corso dell’omaggio ad Antiga c’è stato il concerto inaugurale sostenuto dal pianista Francesco De Zan e dal violinista Francesco Manara, primo violino del teatro alla Scala. Il tributo ad Antiga si è esteso anche con un recital pianistico di Alessandro Villalva, con uno spettacolo teatrale musicale-didattico della Scuola Primaria di Miane, con il Coro Montecimon, diretto dal M° Paolo Vian, con la Scuola di Danza I Cantieri Culturali di Follina, diretta dalla M° Cristina Zanon ed infine con la partecipazione della cantante Michela Bayou e della pianista Romina Modolo. Per onorare e perpetuare costantemente la sua memoria c’è in progetto un premio artistico-musicale, per ricordarlo anche nell’ambito didattico (fu uno dei primi compositori che scrisse musica per bambini) che vedrà la partecipazione delle Scuole Primarie della provincia di Treviso. Dunque dopo cinquant’anni il maestro Giovanni Jean Antiga è rientrato a pieno titolo nel patrimonio storico e culturale di Miane, dell’Italia, del mondo. Concludo con un toccante e profondo pensiero della nipote Angelina Da Giau Lazzari :
[…]Quando andrò in paradiso voglio rivedere subito mio zio Giovanni, non mio marito o mio padre, prima solo lo zio Giovanni […][9]
[9] Ivi, p. 87.