Giovanni Carnovali detto il Piccio
L’unico vero romantico della pittura Italiana
Invano ha a dolersi Venezia, l’antica Dominante, per l’inattendibile eccesso d’ingratitudine delle popolazioni più a ovest dell’Italia settentrionale verso chi li ha governati per tanti secoli con un bellissimo governo. Nelle chiese riecheggiano i Te Deum quando i Francesi incominciano la conquista delle terre padane fino a Venezia. Siamo nell’Ottocento e tra feste, cerimonie e spettacoli tanto più sfolgoranti quanto più necessarie per scarsità nei raccolti, carichi fiscali e rapine, Napoleone è incoronato imperatore e re d’Italia.
Giovanni Carnovali detto il Piccio
Nel periodo napoleonico nasce il 29 settembre 1804 a Montegrino di Luino (VA) l’unico pittore romantico italiano: Giovanni Carnovali detto il Piccio. Entra, non ancora dodicenne all’Accademia Carrara, dove incontra Giuseppe Diotti, maestro del neoclassicismo lombardo, che grazie al suo sapiente dialogo con gli studenti educa al meglio il Piccio. La docile soggezione infantile del Piccio serve per imparare al meglio gli insegnamenti del Diotti e riceve numerosi premi “per la buona condotta e il buon affetto della luce e soprattutto l’imitazione fedele e non arbitraria del naturale”. La personalità del Piccio non è così pacifica e calma e il suo spirito inquieto lo rende un genio non volgare nel suo vagabondare temperamento eccessivo.
Il ritrattista
Nella sua produzione artistica troviamo un gran numero di ritratti di amici mecenati, quali i Conti Spini, i Farina, i Tasca, i Marini e anche di autoritratti: dai due giovanili databili intorno al 1820 a quello ora conservato presso la galleria fiorentina degli Uffizi di una quindicina di anni più tardi. Particolarmente riuscito è poi il ritratto alla Moroni: quasi un’istantanea, con il volto come appena girato per guardarti con quello sguardo buono e profondo, tutto severo e sobrio. Il genio pittorico di Giovanni Carnovali spazia anche in altri campi però; nelle numerose opere di ispirazione biblica, mitologica o paesaggistica, brillante è la capacità di fermare nella tela l’intensità di un attimo, di riuscire a fare intuire alcuni particolari senza descriverli, illuminando l’opera con un personalissimo effetto di luci e di ombre.
La morte
I ritratti sono ormai con i capelli grigi e la lunga barba da profeta e il fondo sempre più scuro con la figura che appare come una dissolvenza di colore. La visione epica dell’uomo struggente e bellissima. Il suo continuo vagabondare rappresenta la continua ricerca dell’artista di nuove fonti di ispirazione. Giovanni Carnovali trova la morte nelle placide acque del fiume Po. I soccorritori lo troveranno solo dopo tre giorni, nel luglio del 1873. Vogliamo parlare di artisti importanti che hanno dato all’attività culturale italiana segni indelebili pronti a capire correnti e tratti incisi nella nostra storia.