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Giambattista Piazzetta
Giambattista Piazzetta pittore veneziano

Pittori dimenticati: Il Piazzetta

Giovanni Battista Piazzetta: Il pittore patetico chiaroscurale

Giovanni Battista Piazzetta è il protagonista della civiltà figurativa veneziana del Settecento. Nato a Venezia nel 1692, è il capofila della corrente di gusto “patetico-chiaroscurale” ispirata a una visione meditativa e austera della vita: il Piazzetta è anche considerato in profonda sintonia con quel vasto rinnovamento della cultura a raggio europeo che avvia a una pittura più intima e moderna generata dal rapporto tra uomo e natura. La crescita artistica, come molti pittori dell’epoca, inizia nella bottega del padre, non come pittore, ma come scultore e intagliatore del legno.

Il Piazzetta è un appassionato interprete di quell’esigenza di serietà e di richiamo alla verità naturale e alla coerenza di metodo che si avverte fin dall’inizio del secolo e nel clima riformatore dell’Arcadia (Accademia Letterale). Con Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venezia 1734) artefice, a sua volta, di una decisiva riforma pittorica, condivide il merito di rifondare la scuola veneziana, quando sembrava che avesse perso ogni identità, per la presenza di “tante maniere quanti erano quelli che dipingevano” (Anton Maria Zanetti, 1771). Giovanni Battista Piazzetta si raffronta con l’arte seicentesca nella sua componente naturalistica e drammatica, discriminandone i valori e conferendo alla pittura veneziane del Settecento la nuova dignità e importanza della tradizione.

Lo spettacolo dei volti

E la scelta si rende concreta nell’interesse sostanziale per la figura umana alla quale l’artista restituisce una viva evidenza corporea e una chiaroscurale animazione psicologica. Non è più, o non soltanto, il teatro barocco delle passioni e delle storie esemplari: nella naturalezza il Piazzetta ha scoperto lo spettacolo dei volti, dei caratteri, dei sentimenti propri a un’umanità comune svuotandoli in un momento sospeso del tempo, fra luce e ombra. Tutto questo studio produce il più seducente campionario di tipi umani della civiltà figurativa settecentesca: un ritratto immaginario del popolo veneziano, con la pittoresca varietà delle fisionomie, siglate ogni volta da una resa stilistica d’inconfondibile intensità espressiva.

Una serie di dipinti evidenti tra il 1711 e il 1722 culmina nel “S. Jacopo trascinato al martirio” presso la chiesa di S. Stae a Venezia. Giovanni Battista Piazzetta dipinge con un forte chiaroscuro naturalistico in ricordo dei tenebrosi seicenteschi ma con un rilievo più marcato di evidenze realistiche.

Giovanni Battista Piazzetta: tecnica pittorica

L’intelligenza artistica fa capire al pittore la troppa rigidità del suo chiaroscuro e lo addolcisce con una luminosità più intrigante e distesa. La densità del chiaroscuro accoglie vivaci riflessi di luci infuocate e violenti trapassi di luce che cadendo per lo più dall’alto, scoprono le anatomie nel buio, come se fossero asperità rocciose. Gli umori tenebrosi e il denso chiaroscuro attraverso la materia tattile pittorica si trovano ancora nel dipinto “Susanna e i vecchioni” presso la Kunshalle di Amburgo. E’ interessante citare anche il dipinto “Studio di teste. Due Filosofi” opera databile intorno al 1715.

Giovanni Battista Piazzetta è conosciuto moltissimo anche attraverso la sua attività didattica, tanto che è nominato nel 1750 direttore della Scuola di nudo dell’Accademia Veneziana. Le gratificazioni e le soddisfazioni del Piazzetta sono immense, ma come si vuole per ogni artista, trascorre gli ultimi anni della sua vita in uno stato di povertà, fino all’ultimo: muore nel 1754 nella sua casa di Venezia.

Le pietre di Venezia

Vivendo la storia artistica del Piazzetta, scopriamo una delle cose più nascoste e curiose di Venezia. Il Sottoportico della Corte Nova (detto della Pietra Rossa), luogo natio del Piazzetta, si trova nel sestiere di Castello, non lontano dalla Scuola di San Giorgio degli Schiavoni. Questa corte di Venezia ha una caratteristica unica: gli abitanti sono stati sempre risparmiati dalle epidemie e dai bombardamenti. La pietra rossa che si trova a metà della pavimentazione del sottoportico è il simbolo che indica il luogo in cui si fermò la peste, grazie alle preghiere e alle invocazioni alla Madonna, da parte degli abitanti. Questa pietra è evitata dai cittadini di Venezia perché si pensa sia portatrice di sciagure e sventure.

 

Gianni Fellissent

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Antropologo