FRANCESCO POLAZZO:
L’autentico studente del bello
Francesco Polazzo, veneziano d’origine, nasce nel 1682 e lavora come pittore in tutta la geografia della Repubblica di Venezia. Dal nutrito carteggio con i suoi committenti si possono individuare le opere inviate da Venezia e i numerosi viaggi commissionati dai nobili dell’Italia intera.
La sua originale pittura si contraddistingue dall’innata intelligenza di ispirarsi ai maggiori maestri del suo periodo: per i non addetti ai lavori o per gli inesperti critici d’arte potrebbe sembrare una banale imitazione dei grandi nomi, invece è pura intelligenza artistica.
La maestria artistica di Francesco Polazzo si concentra sull’osservazione e studio del reale palesando un naturale pensiero d’espressività dipinto in colori, sfumature, prospettive e tendenze, che elabora e diventano capolavori.
L’anima del Polazzo è ricca di nomi quali Guido Reni (Bologna 1575-1642) pittore e incisore italiano maggiore, Carlo Cignani (Bologna 1628 – Forlì 1719) pittore italiano, Marcantonio Franceschini (Bologna 1648-1729) padre e maestro di Giacomo Franceschini, pittore del periodo barocco, lo Spagnolo (Bologna 1665-1747) pittore maggiore.
Francesco Polazzo e il Piazzetta
Il Polazzo ripercorre il percorso pittorico del Piazzetta appassionato interprete di quell’esigenza di serietà e di richiamo alla verità naturale e alla coerenza di metodo. Vive la riforma pittorica e condivide l’esperienza di rifondare la scuola veneziana, quando aveva perso ogni identità, per la presenza di numerose correnti artistiche che s’intrecciavano disordinatamente.
La città di Bologna, per geografia vicina a Venezia, diventa uno dei luoghi artistici essenziali di Francesco Polazzo, diventa una speciale patria pittorica, dove le tele dei maggiori pittori italiani del periodo, attraggono la memoria del pittore e fuoriescono forti influenze artistiche.
Serenità e complessità
La peculiare eleganza si legge nella stesura pittorica più leggera e frizzante di gusto rococò. L’equilibrio di Francesco Polazzo risiede nella serenità di valutare l’azione artistica di fronte alla sua complessa educazione artistica. Il movimento culturale attorno al Polazzo si bilancia parlando di Cignani, Franceschini, Spagnolo e Piazzetta, ritrovando l’arte dei maggiori pittori veneziani e italiani del periodo, nell’intelligenza artistica del maestro.
Il ritratto di Venezia e dei veneziani
La scelta rende concreto l’interesse fondamentale per la figura umana alla quale l’artista restituisce una viva evidenza materiale e una chiaroscurale animazione psicologica. Il teatro barocco delle passioni e delle storie esemplari, irrompe nella vita del Polazzo e si esprime nella naturalezza nello spettacolo dei volti, dei caratteri, dei sentimenti propri della vita comune svuotandoli in un momento sospeso del tempo, fra luce e ombra. Tutto questo studio produce il più seducente campionario di opere della civiltà figurativa settecentesca: un ritratto immaginario del popolo veneziano e italiano, con la pittoresca varietà dei lineamenti, siglate ogni volta da una resa stilistica d’inconfondibile intensità espressiva.
Pura intelligenza artistica
La sua originale pittura si differenzia dall’innata intelligenza di influenzare il periodo: non parliamo di imitazione, ma è pura intelligenza artistica.
Le varianti sono numerose, ma bilanciate: composizione e raffigurazione dei personaggi, con una stesura cromatica leggera e frizzante, amalgamata a precisi elementi culturali variegato estro della sua ancora una volta importante e complessa educazione.
Francesco Polazzo, muore a Venezia, come numerosi pittori dimenticati nel 1752.