La Fondazione Bevilacqua la Masa è un centro di idee e di esperienze artistiche italiane ed internazionali più interessanti ed importanti di Venezia. La Fondazione, che coinvolge la comunità artistica mondiale nasce alla fine del XIX secolo grazie alla generosità e alla lungimiranza della duchessa Felicita Bevilacqua La Masa. Oggi la Fondazione Bevilacqua La Masa ha lo scopo di tener fede ai principi sulla cui base è stata fondata, ergendosi a luogo di osservazione e archiviazione del lavoro di artisti esordienti. Tra le attività più importanti della Fondazione Bevilacqua La Masa troviamo la Mostra Collettiva annuale, importante momento di approfondimento e verifica delle nuove tendenze artistiche che a breve raggiungerà il traguardo della 100 edizione, l’Archivio Giovani Artisti, la concessione di molti premi e borse di studio.
Tra le frasi storiche che i libri di storia normalmente non riportano vi è anche quella che durante la spedizione dei Mille Nino Bixio rivolse a Giuseppe La Masa, entrambi generali agli ordini di Garibaldi: ”Macché generale La Masa, lei è il generale la merda!”(27 maggio 1860).
La Masa reagì sguainando la sciabola e solo l’intervento degli astanti impedì il duello. Tra i due l’astio però rimase.
Giuseppe La Masa, nato a Trabia, presso Palermo, il 30 novembre 1819, da famiglia di tradizioni liberali originaria di Termini Imerese, orfano in giovane età, per le sue idee democratiche ed il temperamento ardente fu esiliato nel 1844 e riparò a Firenze dove entrò in contatto con gli ambienti democratici della città e, nel maggio 1845, conobbe la futura moglie, Felicita Bevilacqua.
Nata a Verona nel 1822 da Alessandro e Carolina Santi, Felicita discendeva da un’antica famiglia originaria di Ala, in Trentino, trasferitasi fin dal XIII secolo nel veronese, nella località che dalla famiglia prese il nome.
L’attuale stemma del comune di Bevilacqua (Verona) contiene, nella parte superiore un’ala, simbolo della città d’origine della famiglia di Felicita, e nella parte inferiore un castello che rappresenta quello costruito nel 1336 da Guglielmo Bevilacqua e rammodernato nel XVI secolo da Michele Sanmicheli. Il castello, dopo varie vicissitudini, è ora adibito ad albergo ristorante.
La vita di Felicita si intreccia con i più importanti avvenimenti del nostro risorgimento. Alla morte del padre, nel 1835, la madre si trasferisce con i tre figli a Brescia, sua città natale. Qui Felicita partecipa ai primi moti indipendentisti. Non potendo combattere, si occupa dei feriti della I guerra d’indipendenza, istituendo a Valeggio sul Mincio, assieme alla madre, un ospedale da campo al seguito delle truppe piemontesi. In questo ospedale muore anche il fratello Girolamo, che partecipa alla guerra come sottotenente di cavalleria nell’esercito piemontese, ferito nella battaglia di Pastrengo (30 aprile 1848).
L’anno dopo, Felicita si distingue nell’opera di soccorso ai combattenti feriti durante l’insurrezione popolare ricordata come ‘Le dieci giornate di Brescia’ e che valse alla città l’appellativo di ‘Leonessa d’Italia’. Dopo la resa di Brescia agli austriaci, Felicita va a Roma dove è stata proclamata la repubblica e dove ritrova Giuseppe La Masa, che peraltro era stato già ospite nel castello di Bevilacqua nell’autunno del 1845 per oltre un mese. Le vicende familiari di Felicita ritardano il matrimonio. Le finanze non sono floride come un tempo. A dissipare il patrimonio ci si mette anche il fratello minore, Guglielmo, prima per ottenere un titolo nobiliare, viene nominato duca da Leopoldo di Toscana, poi acquistando a soli fini di rappresentanza palazzo Pesaro a Venezia. Guglielmo muore nel 1857, a 32 anni, e dopo pochi mesi viene a mancare anche la moglie. Felicita diventa così erede del palazzo sul Canal grande ma deve difendersi dai parenti che reclamano Ca’ Pesaro sostenendo che essendo donna non può rientrare nell’asse ereditario del fratello. Alla fine riesce a mantenere la proprietà.
Nel gennaio del 1858 Giuseppe e Felicita finalmente si sposano a Torino, ma subito devono separarsi. Lui partecipa alla seconda guerra d’indipendenza (1859), combattendo in Lombardia e Veneto, e poi alla spedizione dei Mille (1860), di cui è uno dei principali fautori e organizzatori. Lei, che resta a Torino, crea un Comitato centrale per il soccorso ai feriti della guerra, promuove una raccolta di fondi per l’impresa garibaldina ed è tra le fondatrici dell’Associazione filantropica delle donne italiane, per l’assistenza e l’educazione dei bambini poveri.
Dopo la proclamazione dell’unità d’Italia (1861) e l’annessione del Veneto (1866) Felicita, con l’aiuto del marito, può dedicarsi a risollevare le sorti economiche della famiglia, riuscendo anche a restaurare il castello di Bevilacqua incendiato dagli austriaci.
Giuseppe La Masa, che dopo aver lasciato l’esercito è entrato in politica, eletto per tre legislature al parlamento nazionale e poi consigliere comunale di Bevilacqua, muore a Roma il 29 marzo 1881. La moglie lo fa seppellire nella chiesa del castello di Bevilacqua, ora di proprietà comunale.. Lei si ritira a vivere a Venezia, a Ca’ Pesaro, da sola, la coppia non avendo avuto figli. Muore nel palazzo lagunare nel 1899 e viene sepolta a Bevilacqua accanto al marito.
L’eredita di Felicita e la nascita della Fondazione Bevilacqua La Masa
Nel febbraio del 1898 Felicita aveva lasciato in eredità il palazzo al Comune di Venezia, con la volontà di creare “un’esposizione permanente di arti e industrie veneziane a profitto specie dei giovani artisti ai quali è spesso interdetto l’ingresso nelle grandi mostre”. In aggiunta, il testamento prevedeva di destinare il secondo e il terzo piano del palazzo all’uso di atelier gratuiti, o a prezzo molto basso, per giovani artisti in difficoltà economiche. Una decisione sorprendente, tanto più che Felicita non aveva mai mostrato particolare attenzione alle vicende artistiche dell’epoca o alle arti figurative in generale. A esserne sorpreso è anche il comune che solo nel 1905 istituisce l’Opera (ora Fondazione) Bevilacqua La Masa alla quale destina il terzo piano di Ca’ Pesaro essendo gli altri due occupati, fin dal 1902, dal Museo d’arte moderna. Qui vengono ospitate negli anni tra il 1908 e il 1924 le prime storiche mostre collettive. Poi questo spazio ospiterà, dal 1928, il Museo d’Arte Orientale, mentre all’Opera vengono destinati altri spazi in città e al Lido.
Il parziale stravolgimento delle volontà di Felicita provocò un contenzioso tra comune e rappresentanti degli artisti interessati che si risolse, parzialmente, solo nel secondo dopoguerra.
Attualmente la Fondazione Bevilacqua La Masa dispone di due sedi espositive, dodici atelier, due foresterie e differenti spazi esterni. Nel sito http://www.bevilacqualamasa.it/ sono illustrati progetti, iniziative a attività della Fondazione stessa.
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