Siamo astronomi di un osservatorio
Stiamo in perfetta posizione con la nostra mazza da golf e questa è la nostra quarantunesima pallina che tentiamo di imbucare nella nostra minibuca portatile. It’s The End Of The World dei R.E.M. sta suonando a tutto volume. Una lucetta rossa inizia lampeggiare su un pannello di controllo, accompagnata dall’urlo di un allarme. Qualcosa di nuovo si sta muovendo lassù. Premiamo convulsamente i pulsanti della sequenza di puntamento ed aspettiamo nervosamente, tra ronzii e rumori sordi metallici, magari preparandoci, con mani tremanti, una tazza di caffè alla macchinetta fuori regolamento imboscata sotto uno dei tavoli.
Lo schermo principale finalmente si illumina. Tratteniamo il respiro. Appare un’immagine.
Il puntino
Ed eccolo li: un puntino tra altri puntini in movimento quasi impercettibile ad occhio. Una didascalia appare dicendoci che è l’oggetto catalogato come Starman L018-017A nei cataloghi dei corpi celesti. Orbita ellittica intorno al Sole. In allontanamento dalla Terra.
Niente invasione aliena. Niente meteorite in collisione con la Terra. Stizziti per il falso allarme, scuotendo le spalle, riportiamo la nostra attenzione alla ben più interessante tazza di caffè che stringiamo.
Un’automobile tra le stelle.
Terminato il caffè re inizia la noia. Tornare alle nostre palline da golf? Umm, uff. Starman L vattela pesca, quel nome bizzarro … Ci avviciniamo al pannello di comando del telescopio e, ma si, premiamo il pulsante dello zoom. La sagoma di un automobile?!? Ma che caspiterina ci fa la un’automobile? Ma soprattutto chi ce l’ha messa? Dove non può più aiutarci il nostro telescopio ci può aiutare internet e quindi sotto con una veloce ricerca. Allora, qui dice che è una Tesla Roadster lanciata nello spazio tramite un razzo prototipo, di nome Falcon Heavy, dalla società privata americana SpaceX, di proprietà di un certo Elon Musk. Perché l’ha fatto? Vediamo… “E’ una cosa ridicola e divertente, ma le cose ridicole e divertenti sono importanti. E’ quello che è: un’auto normale nello spazio. Mi piaceva l’assurdità dell’idea. Qualcun altro avrebbe lanciato nello spazio un blocco di cemento o roba simile, ma è una cosa noiosa…” (www.rainews.it)
A va be. Il solito miliardario annoiato. La solita americanata. Dove ho messo le altre palline da golf?
Starman sulla sua Tesla Roadster.
Queste maledette palline non vogliono proprio entrare in buca! Basta con il golf e poi c’è’ quel tarlo che rode in sottofondo: l’assurdità dell’idea di un’auto nello spazio. Vogliamo saperne di più, anzi vogliamo vedere di più. Ci rituffiamo in internet ed ecco che ci capita sotto gli occhi alcune immagini.
E si, la cosa è tanto assurda da far sembrare le fotografie il frutto di un parto fantascientifico più che di uno fotografico. Continuando a leggere… “un Tesla con un manichino un po’ zarro che guida col braccio fuori dal finestrino, che sullo schermo del sistema di infotainment ha scritto ‘Non fatevi prendere dal panico’, in riferimento alla Guida galattica per gli autostoppisti, e che riproduce a tutto volume ‘Space Oddity’ di David Bowie (non fosse che nel vuoto le onde sonore non si propagano, ma questa è una quisquilia)”. (www.tomshw.it)
Ecco cos’è quel puntino.
Continuando a cercare, troviamo il link delle riprese in diretta del lancio e l’inizio del viaggio di Starman (www.youtube.com). Vogliamo sperimentare e comprendere maggiormente cos’è quel puntino? Togliamo i R.E.M. e mettiamo Space Oddity a palla, spegniamo le luci e facciamo partire il video. Ci sdereniamo pure noi in modo un po’ zarro e non facciamo nulla d’altro, ci godiamo il momento. Una volta fatto ci fermiamo a pensare a cosa abbiamo provato. Quello è quel puntino.
Un puntino tra altri puntini.
Qui si conclude il nostro breve racconto, ma non prima di lasciarvi con due riflessioni maturate da quanto visto fin’ora e dal successo mediatico riscosso dal nostro Starman.
A parità di successo, il pensiero logico, metodico, guidato dalle regole della logica, applicato in un contesto grave e severo, produce risultati meno vari e coinvolgenti di quelli del pensiero illogico, non metodico, servito dalle regole della logica, applicato in un contesto ridicolo.
E se quel puntino, da una parte “è quello che è: un’auto normale nello spazio”, dall’altra è pura surrealtà, pura realtà che non sembra reale, coinvolgimento nella varietà.