Arduino – La scheda elettronica made in Italy
Arduino, per i più bravi a scuola, fu un Re d’Italia nei primi anni del XI secolo. Arduino d’Ivrea, già quella Ivrea che secoli dopo vide splendere la stella della Olivetti, sotto l’illuminata guida di Adriano, figlio del fondatore Camillo.
Qualche anno fa, proprio in un istituto di Ivrea (sarà l’aria, sarà il cibo, mah…) un brillante insegnate si accorse che molti studenti avrebbero voluto sviluppare oggetti di tecnologia complessa, senza però aver mai studiato informatica ed elettronica e, per giunta, con pochissimi soldi a disposizione.
Così assieme ad alcuni colleghi, sviluppò un piccolo microcomputer, tutto in una scheda delle dimensioni più o meno di un pacchetto di sigarette, seguendo l’idea dell’open source, facendo in modo cioè che tutti gli schemi costruttivi, il codice di base e quello di sviluppo fosse a disposizione di chiunque, che non solo poteva usarlo liberamente, ma anche ampliarne le funzionalità e migliorare quelle esistenti.
Arduino scheda elettronica open source
Nacque così, spontaneamente ed in tutto il mondo (giappone compreso, incredibile!!!) una grandissima comunità di utilizzatori / produttori / sviluppatori di Arduino, che ne fanno oggi lo strumento a basso costo più utilizzato in quella che viene definita l’ internet delle cose, in sigla IoT (Internet of Thing), che ha cominciato a collegare a internet lavatrici, frigoriferi, lampade, lampioni, auto, un’infinità di sensori e … qualsiasi altra cosa inanimata vi possa venire in mente.
E una intera generazione di “makers” (sono chiamati così gli “artigiani digitali”, coloro che costruiscono cose a partire o attorno al mondo digitale) non sarebbe neanche nata senza la possibilità di usare le schede Arduino per le sempre più diffuse stampanti 3D (no, se pensate che servano per stampare i film in 3D siete parecchio fuori strada…) e per costruire piccoli robot che sono invidiati da quelli più grandi (e soprattutto molto più costosi).
Ma il massimo riconoscimento per Arduino è arrivato recentemente con l’annuncio da parte di Intel, quella che costruisce i processori (che sono il cuore) per la gran parte dei computer in circolazione, di aver reso disponibile una scheda (ancor più a basso costo, vista l’economia di scala) di nome Galileo (ah, gli italiani nel mondo..) perfettamente compatibile con Arduino. Ci pensate? Il grande gigante che spende miliardi in ricerca e sviluppo, che trova interessante (leggasi proficuo, profittevole, ndr) produrre qualcosa che è nato dal basso, dalla collaborazione disinteressata e dal tempo libero di chi lo ha ideato per passione, per aiutare gli altri e non certo per il business.
Per chi ama il fai da te
Questo è un grande esempio di come la capacità di inventiva, di cui noi italiani andiamo fin troppo spesso fieri, ma che ci viene ancora universalmente riconosciuta, unita alla capacità far crescere un’idea che viene dalla collaborazione di massa, possa portare a risultati inimmaginabili, di quelli che veramente ti fanno dire che ora il mondo è un po’ migliore.
Grazie Arduino. Ah .., a proposito, il re non c’entra niente, era il nome del bar dell’istituto, ma l’idea è nata lì dentro, non potevano chiamarlo diversamente…
Pagine con molti tutorial su Arduino.