Adriano Durante, la sua grande vita e quella volta davanti a Merckx …
C’è stato un periodo, una quindicina d’anni fa, in cui potevi incontrarlo per strada, tra i vicoli di Treviso: un uomo di mezza età, sulla propria bicicletta.
Uno come tanti, forse un poco più triste, perché, se ci facevi caso, pareva parlasse per conto proprio aggirandosi, senza meta particolare, per le stradine del centro.
Un giorno, per una coincidenza, si è fermato di fianco a me, costretto dall’ostacolo di un altro mezzo.
E mi ha rivolto la parola, senza che io avessi incrociato il suo sguardo, come chi segue un proprio pensiero e sente il bisogno di condividerlo.
Mi disse, forse per stimolare sorpresa o incredulità:
“la vedi questa bici? Ora è una bici normale, ma il telaio è da corsa ed una volta io, con questa bici, ho messo la ruota davanti ad Eddy Merckx.”
Poi con il tono ironico di chi sa d’essere un tipo strano… “Ma tu non sai nemmeno chi sono io”.
Ma io lo sapevo. E sapevo che mi aveva detto qualcosa di vero, quasi del tutto almeno.
Sapevo che era Adriano Durante, una stella del ciclismo trevigiano.
E sapevo che, si, la ruota davanti al mitico Eddy Merckx l’aveva messa, per gran parte del rettilineo, ma che alla fine il più grande di tutti l’aveva superato, proprio sul traguardo.
[pullquote align=”right”]la vedi questa bici? Ora è una bici normale… una volta io, con questa bici, ho messo la ruota davanti ad Eddy Merckx.[/pullquote]E’ una vecchia storia, di quando il ciclismo, in bianco e nero, era fatica pura e mito.
Eccola:
E’ il 20 marzo 1966.
Sulla dirittura d’arrivo della Milano – Sanremo, da sempre una delle più importanti classiche in linea del ciclismo mondiale, si presenta un gruppo di undici ciclisti.
Dopo l’ultima, breve ma brutale, asperità del Poggio il gruppetto rimasto si gioca la vittoria della corsa che, da sempre, viene indicata come il “mondiale di primavera”.
Ci sono, tra gli altri, Dancelli, Poggiali, Van Springel, Poulidor, Balmamion e un giovanissimo, appena ventunenne, Eddy Merckx.
Ma soprattutto c’è lui, Adriano Durante, velocista e finisseur.
Durante non teme nessuno in volata, l’anno prima ha vinto due tappe al Giro d’Italia ed una al Tour De France.
E’ lui che va a riprendere Van Springel quando questi tenta un allungo agli ultimi due chilometri.
Si apre il rettilineo finale: Durante esce dal gruppo e imposta, potente e sicuro, una volata lunga, tenendo dietro di sé l’altro italiano Michele Dancelli.
Sembra irresistibile, chi gli sta dietro non recupera nulla ed anzi perde via via terreno.
Ma è sul lato opposto del rettilineo che, incredibilmente, spingendo un rapporto bestiale e recuperando metri su metri, sopraggiunge inarrestabile Eddy Merckx.
E ‘una divinità del ciclismo quella che si rivela quel giorno, un iradiddio che esplode improvvisa e, negli ultimi metri, supera Durante andando a vincere la sua prima Milano – Sanremo.
Solo un ciclista fenomenale, che illuminerà per anni, ineguagliabile, la storia del ciclismo potè quel giorno impedire al ciclista trevigiano di ottenere la sua più importante vittoria, quella che l’avrebbe inserito nella storia italiana di questa specialità.
Adriano Durante, quel giorno, non ha atteso la mia risposta. Si è allontanato sulla scia dei propri pensieri.
Il suo ultimo sprint lo perderà nel 2009, scomparendo troppo presto, portato via da un malore improvviso.
Adriano Durante (Treviso, 24 luglio 1940 – Oderzo, 23 giugno 2009) è stato un ciclista su strada italiano. Professionista dal 1963 al 1974