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Il recupero dei classici – Fëdor Dostoevskij

Il recupero dei classici – Fëdor Dostoevskij

È ormai risaputo che il numero di lettori in Italia sia in forte calo, soprattutto tra gli over 50. L’ultima indagine al riguardo è stata presentata da Istat solo due mesi fa, il 9 marzo, in occasione di Tempo di Libri, la fiera internazionale dell’editoria che si tiene ogni anno a Milano. Secondo i dati, il numero di lettori sarebbe diminuito non poco negli ultimi due anni, ma ciò che lascia perplessi è che per il 30% degli intervistati la ragione principale sembra essere la mancanza di tempo. I non lettori sono soprattutto uomini, la cui scarsa attitudine alla lettura è strettamente legata alla fascia d’età e al livello di istruzione. Circa il 45,7% dei non lettori uomini, infatti, si colloca nella fascia d’età che va dai 60 ai 64 anni, così come il tasso di non lettura sfiora il 79% tra coloro che hanno solo la licenza elementare.

Nonostante i dati scoraggianti, è importante ribadire come incentivare la lettura debba continuare ad essere una delle prerogative delle organizzazioni, delle scuole, delle biblioteche e di tutti coloro che, nel loro piccolo, possono contribuire a far comprendere quanto sia importante leggere, soprattutto ai più giovani. A tal proposito, un ottimo punto di partenza potrebbe essere promuovere la lettura dei grandi classici del passato, libri senza età che nel corso degli anni hanno appassionato generazioni e generazioni di lettori. È proprio Italo Calvino a spiegarne i benefici in una raccolta di saggi intitolata “Perché leggere i classici”, recensita da Sololibri.net e all’interno della quale si trovano anche una serie di consigli per costruire la propria biblioteca personale.

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Quando si parla di classici, non si può fare a meno di pensare al grande filosofo e romanziere russo Fëdor Dostoevskij, autore presente in tutte le collane dei grandi capolavori del passato e in tutte le liste di suggerimenti di romanzi da non perdere. Per quanto l’eredità di Dostoevskij sia tutta degna di essere studiata e approfondita, sarebbe impossibile soffermarsi su tutti i suoi saggi, romanzi e racconti brevi, ma alcune delle sue opere meritano sicuramente una menzione particolare per il successo riscontrato nel panorama editoriale italiano.

Le notti bianche (1848)

Consigliato dai librai di Feltrinelli, “Le notti bianche” è un romanzo breve scritto da Dostoevskij in età giovanile, intorno ai 25 anni. Ambientato nella Pietroburgo dell’epoca, il romanzo può essere considerato di stampo sentimentale, nonostante non si limiti ad analizzare la storia d’amore del protagonista, ma sia anche l’iniziatore dell’autoanalisi psicologica dei conflitti interiori dell’autore, approfondita nei romanzi della maturità. “Le notti bianche” conta poco più di un centinaio di pagine ed è diviso in quattro notti durante le quali il protagonista, un sognatore, rivela i suoi dubbi e tormenti più profondi a una ragazza solita passeggiare lungo il fiume, che gli confida a sua volta la sua disperazione per l’attesa di un amore lontano. “Le notti bianche” è la storia di un uomo che non riesce a sentirsi parte della realtà in cui vive, che non è in grado di vivere una storia d’amore e non può far altro che rifugiarsi nel sogno e nelle illusioni di una vita differente.

Il giocatore (1866)

Anche “Il giocatore”, rispetto ai voluminosi capolavori di Dostoevskij, è un romanzo piuttosto breve, dal carattere autobiografico. Scopo del romanzo è quello di fornire al lettore una rappresentazione fedele di un mondo che Dostoevskij conosceva bene, avendone fatto parte in prima persona: il mondo del casinò. Oltre a delineare una descrizione dettagliata dei giochi principali, obiettivo di Dostoevskij è anche quello di smascherare le ipocrisie e le debolezze dei personaggi principali, dal giocatore comune ai nobili provenienti da tutta Europa. Il mondo del casinò e del gioco d’azzardo, come ricordato in un articolo di Betway Casinò, è stato rappresentato innumerevoli volte nel mondo della letteratura, del cinema e della musica e non solo nel romanzo dell’autore russo, che è solo uno dei molteplici esempi a disposizione nel panorama artistico-letterario mondiale.

Delitto e castigo (1866)

Scritto nello stesso anno de “Il giocatore”, “Delitto e castigo” è probabilmente uno dei romanzi più noti e più letti di Dostoevskij. Il protagonista è il giovane Raskol’nikov, la cui condotta lo porterà a tormentarsi e logorarsi, senza trovare una possibile via di fuga dai sensi di colpa per le terribili azioni commesse. La ricostituzione sarà lenta e complessa, eppure le pagine del romanzo scorrono veloci, senza risultare mai banali. Come messo in evidenza nella recensione di CriticaLetteraria, si tratta di un romanzo psicologico e introspettivo, ma con tratti simili a quelli di un giallo e di una storia d’amore. Delitto e Castigo invita a fronteggiare le proprie paure, così come gli errori commesi e i costrutti sociali che ci circondano con l’intento di far capire al lettore che la colpevolezza e la possibilità di sbagliare ricadono nell’ambito della normale natura umana.

I fratelli Karamazov (1879-1880)

Anche ne “I fratelli Karamazov”, la trama di base non è altro che un pretesto per riflessioni più profonde sulla psiche umana. A partire dal conflitto tra Fëdor e Dmitrij, padre e figlio, Dostoevskij sviscera ancora una volta il tema della rivalità in amore per il possesso della stessa donna, ripercorrendo il processo di elaborazione delle colpe commesse da tutti i membri della famiglia Karamazov. Sintesi del pensiero dostoevskiano, “I fratelli Karamazov” è sicuramente tra i romanzi più di successo dell’autore russo, a cui Newton Compton ha anche dedicato un ebook della straordinaria collana in onore della letteratura classica.

Il valore di Dostoevskij

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Dostoevskij non può non essere ricordato come uno dei più grandi autori e pensatori di tutti i tempi. Nel processo di recupero dei grandi classici del passato, non c’è dubbio che i suoi capolavori meritino di essere letti almeno uno volta nella vita, come degni rappresentanti della letteratura russa ottocentesca.

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