Le opere a mare di Venezia
La diga a difesa dell’abitato di Grado è un esempio dell’ingegneria veneziana. La storia è interessante e particolare, data la posizione e la funzione che si è costantemente evoluta nel tempo. È del 1580 la prima richiesta dei gradesi ai Provveditori alla Camera dei Confini di Venezia per una pallificada a difesa dell’abitato: che cosa fu realizzato, però non lo sappiamo. E ancora nel 1594 la situazione era critica.
I murazzi Zendrini
Nel ‘600 non risulta ancora nessuna opera, mentre molto sappiamo del ‘700, secolo in cui la Serenissima eresse i murazzi Zendrini e consolidò i cordoni litorali a mantenimento delle lagune dogali. Siamo già nel 1719 quando fu inviato a Grado l’architetto dei Savi ed Esecutori alle Acque Lorenzo Boschetti che progettò cinque speroni ortogonali alla spiaggia tramite l’utilizzo di pietre e pali incatenati tra loro: anche di questa opera non sappiamo molto, anche se un indizio ci dice della chiusura della piazza tramite arginamento con tolpi. In seguito, nel 1756, la Serenissima decise di erigere un argine a difesa di Grado, lungo circa 900 metri, inaugurato dalla lunga processione guidata dal parroco, quale conferma della fine dei lavori. La lunghezza salì a 926 metri, con ipotesi di salire a un chilometro, nel 1770 quando risultando sgrottato, si decise un potenziamento dell’opera su supervisione di Tommaso Temanza.
La versione finale
Nel 1780 si scoprì che anche quest’argine era intaccato in più punti e così viene potenziato dal proto Simone Stratico con la realizzazione anche di cinque speroni in pietra d’Istria. Un ulteriore modifica si ebbe tra il 1791 e il 1793, quando Pietro Lucchesi vi rimise mano rimaneggiando l’opera intaccata dai marosi. Nel 1794 gli speroni avevano creato una grande spiaggia, e verosimilmente nel 1812-13 i napoleonici consolidarono il sito realizzando una scogliera con grossi massi. Bisognerà aspettare il 1836 per la realizzazione dell’attuale diga, sempre su modelli veneziani già attuati in quel di Pellestrina. Oggi i silenti masegni veneziani riposano a circa 4 metri di profondità e costituiscono il rifugio per diverse specie marine.
Esempio di Ingegneria Veneziana
Un’opera interessante che non è sempre vista come storica ma presa come una fantastica passeggiata panoramica unica nel suo genere. Solitamente in una città marittima si presenta il lungomare, la particolarità di Grado è la diga, una curva lunga circa un chilometro e mezzo che parte dalla “Spiaggia Vecchia” per arrivare alla “Spiaggia Nuova”. Il panorama è spettacolare perché parte da Ovest e arriva ad Est sotto un cielo azzurro e terso di fronte a un mare blu e limpido.
La diga a difesa dell’abitato di Grado è un esempio dell’ingegneria veneziana mantenuta nel tempo e implementata nella struttura, forma architettonica preziosa e unica.