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Pittori dimenticati: Sebastiano Ricci

SEBASTIANO RICCI

Il pittore della luce

Sebastiano Ricci nasce a Belluno nel 1659, e annuncia da Venezia la novità settecentesca di una pittura tutta luce, grazie e levità, che si apre sui cieli tersi e svaporanti di nubi argentee. Si pone all’opposto di quei pittori “tenebrosi” per l’anima turbolenta e insofferente.

Sebastiano Ricci ha una vita intensissima e già dal 1673 si reca a Venezia come allievo del pittore Federico Cervelli: Venezia rimane la città calamita di tutti gli artisti.

Federico Cervelli, originario di Milano, si reca a Venezia per aprire la sua bottega di lavoro e come tutti gli artisti nella città lagunare, è influenzato dalle correnti di formazione: impara lo schieramento dei colori e sperimenta una pennellata più fresca e sciolta. Il Cervelli sviluppa sperimentazioni nei soffitti della biblioteca dei Frati Domenicani. Nella bottega passano diversi nomi di giovani apprendisti pittori, ma il giovane che rimane influenzato dalle sue opere è Sebastiano Ricci, che purtroppo dopo qualche anno deve fuggire da Venezia a Bologna per un episodio scabroso.

Bologna e galera

A Bologna, Sebastiano Ricci apprende dal pittore Carlo Cignani, collabora con il paesaggista Anton Francesco Peruzzini e ammira le forti e belle tele di Carracci. Si trasferisce a Parma per soddisfare una commissione artistica da parte del duca Ranuccio Farnese, dove dipinge le “Storie di Papa Paolo III”, opera che ammira i risultati delle sue ricerche sulla luce “che corre a rivoli sui rilievi e i bordi dei panneggi e anima i tratti delle figure” (Pesenti 1989).

L’intensità del Ricci lo porta anche in carcere, per qualche anno, e non smette di dipingere la luce: soggiorna a Firenze e in Inghilterra, dove trascorre il suo periodo migliore.

Sebastiano Ricci a Firenze

La città accoglie il pittore tra il 1706 e il 1707 e rimane una fonte d’ispirazione artistica eccezionale: decora le pareti dei più bei palazzi fiorentini, tra cui Marucelli e Fenzi. Gli affreschi sono il risultato della sua formazione veneziana legata al concetto di luce e levità, dove il pubblico rimane affascinato dal trionfo della castità stilistica del colore. Le virtù morali e civiche dei personaggi storici e mistici superano l’ignoranza del pubblico oltrepassando le barriere riflesse dei più noti artisti.

Le caratteristiche si leggono nella vivacità e la luminosità delle pennellate sui soffitti e pareti degli edifici, espressione di un tocco tradizionale e innovativo allo stesso tempo. La geografia del Ricci si espande in Italia e in tutta Europa e lo stile veneziano lo segue sapientemente lasciato in ogni segno e dimensione.

Ricci, l’Inghilterra e le opere di luce

Sebastiano Ricci arriva in Inghilterra portando con sé i garulli di luce e colore che lo contraddistinguono e lo fanno il maggiore. Noi siamo abituati a conoscere artisti che fanno della loro depressione e forma di rifiuto della società per come si mostra, esprimendo colori cupi e tenebrosi, specchio dell’anima. Con Sebastiano Ricci, si scopre, un uomo trasportato dalla frenesia del fare e rispecchia nelle sue opere la luce di tale stato d’animo.

Il Ricci, decora, affronta, vive e accoglie tutte le emozioni e le trasforma in arte. Riconosciuti da tutte le corti Italiane ed europee, accende di luce l’arte dei dipinti.

Muore a Venezia nel 1754, dopo una vita intensa e ricca di prestigio. Tra i Pittori Dimenticati è il meglio ricordato, sostanzialmente le sue opere risiedono in tutta Europa, e forse oggi anche oltre.

Gianni Fellissent

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Antropologo