Recoaro Terme (VI)
Se, per quanto riguarda la provincia di Padova, la zona termale si attesta ai piedi dei colli Euganei, per Vicenza dobbiamo, geograficamente parlando, spostarci verso nord ovest nelle prealpi venete ai confini con la regione trentina. Recoaro Term è situato nell’alta Valle dell’Agno, sul fondo di una conca a 445 metri sul livello del mare (chiamata anche Conca di Smeraldo), ai piedi delle Piccole Dolomiti.
Le caratteristiche della zona premontana sono molto differenti dalle collinari così come scriveva Friedrich Nietzsche, dalla lettera a Peter Gast del 17 giugno 1881 “Recoaro, come paesaggio, è una delle più belle esperienze; e questa sua bellezza io l’inseguita prodigandovi con zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa, e vuole che si serva lei sola”.
Acque Minerali di Recoaro Terme
Recoaro Terme è celebre per le proprie acque minerali utilizzate nelle terme delle Fonti Centrali fin dalla loro scoperta nonché per il chinotto, bevanda a base di Citrus aurantium sinensis.
Nel 1869 il conte Lelio Piovene divulgò i benefici delle acque e, un secolo dopo, la Serenissima Repubblica di Venezia dichiarò la città e le due terme bene pubblico, mettendo le sue acque a disposizione della popolazione.
In seguito, nel 1873, fu Antonio Caregaro Negrin che riunì in un disegno completo dall’imponente architettura le Fonti Centrali con le Fonti Staccate (usate solo nel periodo estivo) fornendo un’offerta idroterapica completa.
Il complesso termale di Recoaro
Il complesso termale di Recoaro, situato all’intero di un parco di 220.000 mq, è costituito da edifici di rilevante interesse storico artistico.
Attorno alla città si snodano importanti impianti per gli sport invernali e percorsi per passeggiate nei periodi estivi, in particolare per delle escursioni nella natura, si può salire fino a Recoaro Mille.
La montagna spaccata
Per arrivare a Recoaro Terme percorrendo la strada che parte da Valdagno, incontrerete l’incredibile orrido naturale chiamato La montagna Spaccata; un’impressionante fenditura della roccia scavata dalla forza erosiva dell’acqua profonda circa 90 metri e percorsa sul fondo da un torrente che genera una vivace cascata. Durante la stagione estiva è possibile fare delle escursioni e godere dello spettacolo naturale dalle passerelle che danno sullo spettacolare strapiombo.
La leggenda di Etele e Giordano
Questo fenomeno naturale non poteva non dar vita a leggende: da qui infatti nasce la storia di “Etele e Giordano“, una storia d’amore passionale tra una bellissima anguana Etele (una creatura legata all’acqua, dalle caratteristiche in parte simili a quelle di una ninfa e tipica della mitologia alpina) e il giovane Giordano. Pochi sapevano però che su Etele gravasse un sortilegio drammatico: sarebbe svanita nel nulla quando sua madre, la maga del bosco, fosse morta.
Quando arrivò il tragico momento l’incantesimo si manifestò: un pauroso boato scosse la terra e la montagna si spaccò portando verso di sè Etele che scomparve poi verso il cielo. La magia però non finì qui. L’amore tra Etele e Giordano era così forte che si trasformò e cambiò forma iniziando ad uscire dalle rocce come spirito dell’acqua per vivere in eterno. Acqua che si può vedere ancora oggi durante la visita alla montagna spaccata che accompagna il visitatore durante il percorso.