LUIGI BISI: L’architetto matematico
Il livello artistico italiano è riconosciuto il più alto e importante a livello mondiale. In tutta Italia ci sono testimonianze di opere di ogni genere d’arte che è impossibile conoscerle tutte. Uno dei centri di maggior spessore artistico e culturale è sicuramente la città di Milano, dove i turisti sono accolti da monumenti della cultura incontrastati.
Luigi Bisi, nato a Milano nel 1814, fa parte di quel drappello di architetti e pittori prospettici che hanno fatto di Milano la culla della loro ispirazione. Il Bisi, sembra un artista sconosciuto a molti, ma è il nipote di Giuseppe Bisi (paesaggista) cui l’Accademia di Brera, nel 1838 abbia istituito una cattedra “ad personam” riservata al suo genio, ulteriore motivo per cui sarebbe meglio approfondire la sua vita.
Architettura e Matematica il binomio vincente
Il cognome Bisi a Milano è già conosciuto come famiglia d’incisori, e Luigi dopo gli studi presso l’Accademia di Brera vince un concorso di architettura nel 1830 e non contento termina gli studi anche di matematica, perché riteneva che l’architettura senza la matematica fosse inutile: riesce a far entrare a Brera l’insegnamento della geometria.
Dopo alcuni passaggi giovanili d’ispirazione romantica, a partire dall’Esposizione Braidese del 1837, viene consacrato dalla critica erede del Migliara, della pittura del quale fa propria la particolare variante della veduta prospettica di interni monumentali, introducendo in questo genere l’assoluta fedeltà al vero e l’interesse analitico, affine evidentemente alla professione di architetto, per l’organizzazione strutturale degli edifici.
Presidente dell’Accademia di Brera
Diventa Presidente dell’Accademia di Brera dopo avere ottenuto la cattedra di prospettica, grazie alla profondissima stima della corte austriaca e da casa Savoia: ricopre gli incarichi più rilevanti come membro della Commissione di Ornato e responsabile del restauro della Basilica di Sant’Ambrogio.
Quando il Bisi si specializza alle vedute d’architettura e d’interni di monumentali edifici e di chiese, entra nei favori della borghesia milanese e riscuote molto successo nell’aristocrazia meneghina.
Con “Interno della Chiesa di San Marco a Venezia” del 1863, opera catalogata e autenticata, si legge completamente la sorgente tecnica della prospettiva cui lavora Luigi Bisi. Lui ne è l’ideatore e si trova tutta la visione prospettica precisa e profonda, dovuta agli studi matematici e così basati su fonti schematiche accademiche.
Il maestro Giovanni Migliara (1785-1837) è figura ammirata del tempo sulle vedute, interni di chiese e conventi insieme avvolti da originali contrasti di luce. Rimane affascinato dalle città di Milano e Venezia e la sua attività di pittore diventa l’ispirazione per il Bisi.
Luigi Bisi e Migliara
Gli studiosi e la critica sostengono che Luigi Bisi è il degno successore del Migliara, del quale fa propria la particolare variante della veduta prospettica di interni monumentali, introducendo in questo genere l’assoluta fedeltà al vero e l’interesse analitico, affine evidentemente alla professione di architetto, per l’organizzazione strutturale degli edifici. L’esatta specificazione del luogo dipinto, rientra perfettamente nell’intenzione di memoria, pittorica architetturale adottata durante tutta la sua carriera.
Milano è la sua culla dei segni e rimane così fino alla sua morte nel 1886. Lascia una traccia di precisione prospettica nelle opere che stupiscono e sono ancora fonti di studi dai ricercatori di tutto il mondo.