Tutto in discussione
Da un nostro articolo sul diritto all’oblio (che trovate qui) è scaturita una discussione culturale intensa e vivace. Abbiamo interpellato il nostro autore esperto di tecnologie per conoscere il suo pensiero.
Negli ultimi tempi un fatto nuovo ha attirato l’attenzione dei media, all’interno delle discussioni tra privacy e libertà delle rete, le richieste di “diritto all’oblio” che privati cittadini fanno al più diffuso motore di ricerca (Google) in ragione di leggi sull’argomento, che vari paesi europei hanno promulgato un po’ in ordine sparso, così come fa abitualmente l’Unione Europea ogni volta che le si presenta un’occasione di dimostrare di essere veramente un’unione, anche di intenti oltre che di fatto.
Oblio o Memoria?
A parte che quel cittadino spagnolo, che ha dato il via alla querelle, un anno fa o poco più, ha finito poi per essere citato in rete proprio per quello che per primo aveva chiesto di essere dimenticato, ottenendo quindi l’effetto contrario, al solito le questioni in materia di diritti personali vengono trattate con la memoria molto corta da parte di legislatori ed influencer, attenti a cavalcare, poco importa se pro o contro, il tormentone del momento, piuttosto che spendersi per un’intera causa: in questo caso parleremmo di Diritti con D maiuscola, e quindi Universali, piuttosto che piccolo diritti a qualcosa, particolari e selettivi.
Vero è che i Diritti sono l’insieme di tanti “diritti di ..”, ma nel caso del Diritto all’Oblio, francamente, mi pare si metta il classico carro davanti ai buoi.
Se ne parlo molto di più, se ne interessano molti più politici, che non, per fare un solo esempio, al Diritto all’istruzione delle donne nel mondo, la cui battaglia per ottenerlo è nelle piccole mani, meritevoli di un Nobel per la pace, di una ragazzina, Malala, e di pochi altri. E sono diritti che coinvolgono, decine di milioni di donne. Fin troppo facile pensare, quindi, che chi abbia interesse all’oblio siano i soliti poteri forti, a cominciare dai politici, che si vedono servito in un piatto d’argento una possibilità in più di condizionare la rete, di limitare quell’effetto memoria perpetua che si può offuscare, se non proprio rovinare, un’immagine che loro stessi, e non altri, hanno così costruito.
Mi piace pensare che se il signore spagnolo (che non cito per rispettare il suo diritto all’oblio) avesse immaginato la piega che avrebbe potuto prendere la sua richiesta, forse vi avrebbe lui stesso rinunciato, convinto che i diritti sono diritti, ma che vi sono diritti più Diritti di altri.