FRANCESCO CAPELLA
La pittura di Daggiù
Francesco Capella, soprannominato Daggiù, è un pittore veneziano cresciuto nella scuola del Piazzetta e appartiene alla Fraglia (corporazione) dei pittori veneziani che operarono nella Repubblica della Serenissima dal 1744 al 1747.
Nato a Venezia nel 1711, tramite le referenze del conte Francesco Passi, Francesco Capella instaura rapporti di lavoro con il conte Carrara e Bonifacio Albani di Bergamo che subito gli commissionano il trittico dei Santi adoranti la Croce, S. Lucia e S. Apollonia della basilica di S. Martino di Alzano.
La trasmissione delle sue opere in terra bergamasca, porta il pittore Capella a trasferirsi per comodità, ma non abbandona la sua terra natia; infatti, nel 1755 è documentata la sua presenza tra i membri del collegio dell’Accademia di Venezia, in seguito riprovata nel 1760, segno eloquente della sua appartenenza agli stili veneziani e alla posizione di prestigio raggiunta.
La pittura di Francesco Capella
La pittura di Francesco Capella si svolge coniugando gli echi luminosi di Sebastiano Ricci e di Francesco Guardi con un pittoricismo piazzettesco condotto – in senso più fortemente ”rocaille” con raffinate scritture “neogotiche” e una materia sempre più sottile e crescente.
Le sfumature artistiche di Capella sono molto apprezzate dai nobili del tempo tanto che il suo estro si trova in diverse chiese e ville aristocratiche. Il ritmo dello stile si accentua leggero e spumeggiante del Rococò in cui trovano spazio anche sobri modi lombardi nei particolari di quotidiana umiltà.
Si vede subito dall’inizio che dimostra una grande propensione alla pittura tanto che i genitori lo indirizzano subito alla bottega di Giovanni Battista Piazzetta e Francesco fa suo l’immenso bagaglio artistico appreso dal maestro Piazzetta e ne fa sue anche le caratteristiche pittoriche.
La produzione artistica inizia con il completamento di opere proprio del Piazzetta: i primi dipinti di Francesco Capella, dato che i due stili risultavano essere molto simili, sono firmati Piazzetta e sono conclusi da lui.
L’influenza artistica
L’influenza artistica padana entra nella pittura del Daggiù intorno al 1750, quando viene in contatto con una realtà diversa dalla città di Venezia, e questo non fa che ampliare sempre più apertamente lo stile pittorico e il bagaglio di conoscenza aumenta. Indirizza il suo estro verso soluzioni cromatiche molteplici, che insieme all’avvicinarsi a Giambattista Tiepolo, durante gli affreschi decorativi della Cappella Colleoni di Bergamo, rendono i suoi affreschi unici.
La fama artistica è così intensa che gli echi dei suoi lavori arrivano fino all’aristocratica Bergamo, dove conosce una produzione pittorica esuberante e numerosa; raggiunge un tale livello di eccellenza nelle commissioni pittoriche da essere considerato uno dei migliori esponenti della scuola artistica di Venezia. La produzione continua a un ritmo continuo e conseguentemente entra a lavorare nell’ambiente religioso, dipingendo numerosi quadri, affreschi e pale per gli edifici sacri.
Francesco Capella continuerà a lavorare fino al termine degli anni 70 del secolo, fino a quando Daggiù si ritirerà a vita privata, fino alla morte che lo raggiungerà nella sua casa di Bergamo nel 1784.