Sile: un viaggio immaginario come metafora della vita
Quando si ha in mente di fare un viaggio, finché non lo si fa, si resta in uno stato di sospensione paragonabile ad una sorta di innamoramento; si attiva un sistema per cui l’idea prende il sopravvento e l’attesa è il momento più intenso.
A volte accade che ci si innamora dell’idea stessa fino a portarla avanti all’infinito pur di non far naufragare le nostre attese.
Quando poi il viaggio si fa veramente, si può riportarne un’esperienza positiva o negativa dovuta ad una molteplicità di fattori, ad esempio, anche chi viene con noi riveste la sua importanza.
Nel mio piccolo c’è un posto dove non sono mai stata e che resta “li” e come avrete intuito quello che mi affascina di questo posto è proprio il fatto che non l’ho ancora visto …
Sto pensando ad esempio al navigare nel fiume Sile. Quando penso al suo colore me lo immagino verde.
Il fiume può essere paragonato al viaggio stesso: si parte dalla sorgente, si percorre il suo corso e si arriva, passando dalla foce, fino al mare. L’immagine è una metafora della vita: si “viene alla luce” , si vive e tutto finisce o così sembra essere.
Mi vedo trasportata lungo il percorso fluviale, senza fretta ad assaporare l’atmosfera rilassante. Vuol dire godersi la vita!
Una gita sul Sile
Anche a voi, se avete già fatto in vita vostra una “gita sul Sile”, verranno alla mente i ricordi, belli o brutti che siano, frutto della vostra soggettività e dipendenti, in gran parte, dalla soddisfazione rispetto alle vostre aspettative.
Che ne dite? A volte è meglio non averne?!
So qualcosa del Sile da quel mi hanno raccontato. In particolare ricordo quando una collega propose di fare una gita in canoa sul fiume….non se ne fece nulla perché, quando finalmente arrivò l’ora, un improvviso temporale di giugno scatenò la natura.
Il Sile, in quel momento, me lo sono immaginato inquieto e pericoloso, agitato come una persona in cui prevalgano sentimenti di rabbia ed odio incontenibili, irrefrenabili e più forti della sua pur vigile volontà.
Non so se il fiume sia veramente così durante una tempesta, però mi conosco e il mio animo è inquieto dopo un “brutto momento”.
Le risorgive
Generalmente me lo figuro con il suo lento fluire a fior d’acqua costante, continuo, cantilenante e gioioso nei giorni d’estate, anche se, d’ improvviso, vedo il rivolgimento veloce della sua superficie cambiare il suo incessante scorrere incontrando un ostacolo e subito dopo intravvedo il suo rifluire scorrevole prendere la direzione verso il mare.
Penso alla sua acqua,da intensa e profonda diventa cangiante quando incontra un raggio di sole! Penso al colore che cambia, sfiorato dai rami dei salici piangenti.
Dai racconti so che esiste una zona delle “risorgive” che deve essere particolarmente interessante vedere.
Io, però, vorrei percorrere quel tratto di fiume che, unendosi al mare, arriva là dove l’acqua dolce si mescola a quella salata ed è acqua di nessuno; compierei quel tragitto magico identificando in quel passaggio l’istante in cui è ora la mia vita.