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Beltrame nel suo studio a San Vio a Venezia

Ritratto di giovane donna con guanto – Yvan Beltrame

Venezia, 1950

La prima volta che ho visto quest’opera di Yvan Beltrame, Ritratto di giovane donna con guanto, ho sentito l’acquolina in bocca, come quando si sta scartando una caramella alla frutta, dopo averla pescata a caso, e già si pregusta il profumo che si sentirà nell’aria e il dolce sapore che lascerà in bocca e nel palato: sarà al gusto di amarena, o di lamponi o di mirtilli? Oppure sarà come addentare una gelatina di frutta, con lo zucchero sparpagliato sopra e morbida sotto i denti?

Lo so che è strano iniziare in questo modo ma è proprio così che è accaduto. Quando ho visto questa immagine dipinta, ho avuto una sensazione percettiva di gusto e olfatto prima ancora che razionale: per capire, gli occhi hanno chiesto l’immediato aiuto degli altri sensi…

Provare per credere.

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Yvan Beltrame, Ritratto di giovane donna con guanto (anni ‘50) – olio su tela – 61 x 39 – Collezione privata

Naturalmente bisogna aggiungere qualche informazione sulla tecnica adottata da Beltrame per eseguire questo studio di donna così interessante. Questo è un periodo molto intenso per l’artista veneziano e viene da chiedersi da dove trae ispirazione per arrivare a queste immagini così delicate e poetiche che nascono in anni ancora segnati da guerra e miseria.

Siamo nel primissimo dopoguerra e l’artista è impegnato a seguire molteplici direzioni stilistiche e, nello stesso tempo, a lavorare con tecniche diversissime che vanno dall’incisione a ‘punta secca’ su metallo, all’incisione su materiali più morbidi come la xilografia su faesite e la calcografia, dalle lacche su supporti lignei, al mosaico (spesso con soggetti religiosi). In pittura Beltrame non si limita a sperimentare immagini magiche e surreali dipinte su ceramica, ma progetta anche vasi e oggetti di arredamento da eseguire poi in collaborazione con i maestri vetrai di Murano. E, naturalmente, non mancano i dipinti a olio su tela e su supporti lignei, e poi innumerevoli disegni a colori e in bianco e nero, acquerelli, tempere…

Per capire la tecnica usata da Beltrame in Ritratto di giovane donna con guanto, eseguito verso gli anni ’50, può essere d’aiuto metterlo a confronto con altre sue opere come: Nel giardino della lussuria (fine anni ’40), Giovane donna che legge (1948) o Donna seduta (1949), lavori poco lontani come tempo di esecuzione.

Il supporto dei quattro dipinti è vario: si va dalla tavola di legno pressato di faesite e poi intelaiata su travicelli, al foglio di compensato sempre intelaiato su leggeri supporti di legno, al cartoncino e, infine, alla classica tela.

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Yvan Beltrame, Nel giardino della lussuria  (fine anni ‘40) – olio su faesite – 60,5 x 46,5

Il pigmento è simile perché si tratta di colori a olio, e i soggetti trattano sempre figure umane e, in particolare, giovani donne, ma nel Ritratto di giovane donna con guanto, non compare più la forte linea di contorno che caratterizza le immagini precedenti.

In questo ritratto Yvan alleggerisce le pennellate: non sente più il bisogno di incidere sui volumi, come con il bulino sul metallo. Oppure, come avveniva in opere precedenti, caricare le forme con la pasta di colore che ne segue i profili, fino a segnare e seguirne l’andamento con la punta delle dita, o con la punta del pennello, come se il pigmento fosse materia plastica piuttosto che pittura.

La struttura del Ritratto di giovane donna con guanto nasce con pennellate delicate e diluite direttamente sul colore celeste del fondo. Anzi, da vicino si notano delle trasparenze nell’intreccio dei colori che restituiscono pittoricamente il tessuto dell’abito, come se la dolcezza di questa immagine avesse bisogno anche di tocchi leggeri e aerei del pennello.

Certamente la tecnica esecutiva si adegua al soggetto per trarne la maggior efficacia visiva, ma è anche il risultato di una precisa e valida scelta compositiva, cioè, di tecnica pittorica.

Tutte le linee rette verticali e orizzontali che demarcano rispettivamente: il cielo, il mare e il punto di appoggio dove siede la giovane donna, servono a far emergere le curve dolci della figura, che in questo modo diventano le principali protagoniste.

Come sono protagonisti assoluti i colori, che si associano per contrasto tonale e per accostamento di tinte calde e fredde in modo da permettere alla figura di – venire in avanti – con i contrasti di colori caldi, e all’orizzonte di – allontanarsi verso il fondo – grazie ai toni freddi.

Ocra gialla e bruna, lacca di garanza chiara e scura, violetto rossastro e scarlatto, violetto cobalto, rosa ciclamino, lilla e porpora, cioè i colori caldi che creano un effetto di estrema vicinanza e di primissimo piano soprattutto per la donna.

Celeste, verde acqua, blu turchese per il cielo e il mare: le tinte fredde che fanno da sfondo e da contrasto tonale alla figura.

Naturalmente può esserci stato un richiamo o un riferimento storico all’effetto di scintillio cromatico dell’abito nei confronti dei mosaici bizantini presenti a Venezia (il nonno materno di Yvan era un importante mosaicista), come può essere stata la mano della Donna in camicia di André Derain, il pittore del movimento espressionista francese dei Fauves, le cosiddette belve, a ispirare Yvan…

Oppure, si può dire che il suo lavoro d’intarsio con le setole del pennello, sia stato un gradevolissimo impegno, da artista talentuoso innamorato del proprio lavoro, al punto da far provare, anche a chi guarda le sue opere, delle sensazioni positive e tattili, perfino deliziose.

E si può anche aggiungere che il colore freddo verde blu, che costruisce la mano guantata della giovane donna, ben si accorda con i colori caldi dell’abito – altra licenza poetica – e, contemporaneamente, crea un effetto di stacco perché una mano rosa carne si sarebbe mimetizzata troppo, scomparendo nel mosaico di colori.

D’altronde il colore usato per quella mano con guanto è ben strano, diciamo che ‘ salta agli occhi ‘ – altra licenza poetica -.

Ultima riflessione: e se nel quadro di Beltrame ci fosse anche un riferimento storico al ritratto L’uomo dal guanto di Tiziano Vecellio? Naturalmente con l’interpretazione pittorica di un artista nato nel 1917, e impegnato a esprimersi con un linguaggio contemporaneo, moderno ed espressionista. In fondo, dal ritratto di Tiziano sono passati circa 430 anni.

Serenella Minto

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Laureata a soli 23 anni e a pieni voti presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia con il rettore di Facoltà, prof. Carlo Aymonino. Creativa e ritrattista in pittura e scultura ha realizzato, fra le altre cose, diversi modelli di maschere dai cui calchi sono state ricavate produzioni commerciali. Ha pubblicato poesie e il suo romanzo opera prima, M T W, (Acquistabile su Amazon premendo qui) ha ricevuto il premio internazionale di narrativa "Ada Negri" edizione 2012. All'interno della rivista Marca Aperta collabora con articoli e saggi di critica d'arte. - Sito: www.yvanbeltrame.it