Uber: la rivoluzione del viaggiare low-cost.
Uber è un servizio che permette di noleggiare auto su richiesta e di chiedere un conducente privato. Tutto questo grazie ad un’applicazione per dispositivi iPhone e Android. Questa applicazione utilizza un programma che invia nel luogo da te richiesto il professionista abilitato più vicino e ti porta dove vuoi.Se la tecnologia sta veramente per cambiare per sempre le nostre abitudini, dobbiamo fare uno sforzo per capirla fino in fondo e lasciar perdere la solita supponenza che ti fa dire che non la usi perché non sai.
Viviamo veramente in un periodo in cui la tecnologia può cambiare le nostre abitudini, il nostro modo di vivere, ancora di più di quanto non abbia già fatto e non ci se ne renda conto.
E’ un po’ come quando i nostri antenati (sorvoliamo sui dettagli della discendenza) acquisirono l’uso del pollice verso: non solo furono in grado di fare meglio ciò che già facevano, ma cambiando il loro modo di pensare si fecero capaci di cose nuove, che li fecero progredire.
E’ questo il punto: quindi, se noi interpretiamo la tecnologia come un “abilitatore” e liberiamo la nostra fantasia, ogni cosa può diventare diversa, può assumere una nuova dimensione.
Uber – Il caso
Prendiamo ad esempio il caso di Uber, un’azienda americana che offre un servizio di taxi su richiesta. Tu lanci la loro app, cioè quella piccola icona che appare sul telefonino se scaricata da Internet, ti dà la posizione e i veicoli con conducente che ci sono intorno a te. Ne richiedi uno e ti viene a prendere. Forse in qualche caso può costare un po’ di più di un taxi normale, ma il servizio è puntuale e preciso, ti dà il tempo stimato di arrivo e i costi sono molto trasparenti, puoi scegliere la classe del veicolo che preferisci. Per il pagamento ti registri con la carta di credito e al conducente non dai un centesimo. Appena scendi ti arriva la fattura.
Bene, qualcuno dirà, un servizio di taxi un po’ più evoluto, niente di rivoluzionario, o qualcosa che ti cambia la vita. Non è così.
Primo. C’è una società di intermediazione (Uber in questo caso) che ti garantisce la qualità del servizio, presente in più città, potenzialmente globale; se so che mi posso fidare, non correrò rischi e non dovrò cercare alternative.
La valutazione dell’autista.
Secondo. L’autista viene selezionato e certificato dalla società, ma è lui l’ “imprenditore di se stesso” e deve essere parte attiva nella garanzia di valore del servizio, riceve o può ricevere un giudizio dal cliente e le valutazioni negative finiranno per influenzare la possibilità di continuare con questo lavoro. Al contrario valutazioni positive aumenteranno la possibilità di avere più richieste, sì perché il cliente può decidere in anticipo, se vi è più disponibilità, da chi far eseguire il servizio.
Coloro che decidono di fare gli autisti (certificazioni e permessi a parte) possono definire in modo autonomo i propri tempi di disponibilità, facendolo come completamento di un altro lavoro, per pagarsi gli studi, o semplicemente in proporzione alle proprie esigenze ed impostazioni di vita. Una bella libertà!
Uber – Flessibilità e autonomia.
Flessibilità, libertà, autonomia, maggior fiducia, possibilità di giudizio, adeguamento della qualità alle specifiche esigenze, sono tutti attributi che forse è difficile poter trovare in un servizio per la mobilità non abilitato e mediato dalla tecnologia.
La persona al centro dell’attenzione, ognuno per le sue esigenze, sia esso fruitore o prestatore d’opera, è ciò che l’evoluzione tecnologica consente ora più che mai di porre, se si da libero sfogo alla fantasia ed alla capacità critica di leggere la possibilità di cambiare molte situazioni ferme e stantie da illo tempore.
Molte startup, anche italiane, sono nate e cresciute sulla scia di queste idee, e non si creda che sia una cosa solo da giovani, si hanno notizie di casi di successo anche di over cinquanta. Forza, diamoci da fare!