Il Santuario dei gradesi
- Chi è Agnese Monferà, perché ha scelto questa strada difficile della ricerca artistica storica?
Ho trent’anni, sono nata e cresciuta a Grado e adesso lavoro in diverse realtà culturali e museali nell’Isontino per conto della Musaeus Società Cooperativa. La storia mi ha sempre interessato, passione maturata fin dalla tenera età grazie alla trilogia dei film dedicati alla vita dell’Imperatrice Sissi del regista Marischka, proseguita leggendo una quantità sterminata di biografie dedicate a lei. L’illuminazione che mi ha portato ad intraprendere la strada della ricerca storico artistica è arrivata in quarta liceo, durante una lezione di storia dell’arte dedicata alle capriate lignee.
- Quali studi ha fatto?
Dopo essermi diplomata al Liceo Socio-Psico Pedagogico di Gorizia, ho seguito il corso di laurea triennale in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Udine, per poi proseguire con quello magistrale in Storia dell’arte e conservazione dei beni artistici ed architettonici sempre presso l’ateneo friulano.
- Perché si è dedicata allo studio del Santuario di Barbana?
Arrivata a pochi esami dalla conclusione del mio percorso di laurea magistrale, ho iniziato a pensare a quello che sarebbe stato l’argomento della mia tesi di laurea. Volevo qualcosa di originale, interessante, inedito ma soprattutto qualcosa che per me avesse un significato, a me caro e vicino. Mi confrontai con diversi docenti del mio corso, ma non riuscivo a trovare nulla che mi coinvolgesse ed appassionasse. Il punto di svolta l’ho avuto con quelli che poi sarebbero diventati, rispettivamente, la mia relatrice ed il mio correlatore della tesi, la Professoressa Giuseppina Perusini ed il Professore Vittorio Foramitti. Il tutto nasce per approfondire i motivi che spinsero i Frati Minori della Provincia di San Girolamo di Dalmazia, agli inizi del Novecento, a riedificare il Santuario di Barbana. La ricerca, rivelatasi più interessante ed appassionante del previsto, ha permesso di portare alla luce una serie di documenti inediti.
- Che cosa ha di più caro nella vita?
Penso che gli affetti siano la cosa più cara, in primis la mia famiglia.
- Lei è una giovane ricercatrice che viaggia molto, che cosa le manca di più quando si allontana dall’isola di Grado?
Con tutta onestà non posso dire che ci sia una o più cose che mi manchino di Grado, della mia Isola mi manca tutto è la mia comfort zone, il mio porto sicuro, mi manca l’atmosfera che si respira. Mi mancano i suoi scorci, la laguna, i panorami che si possono ammirare, la quotidianità delle giornate. Se vogliamo dirla proprio tutta, io mi emoziono anche vedendo un immagine o un video su Grado, mi rendo conto di vivere in un angolo di paradiso che va preservato e tutelato.
- Preferisce il mare o la montagna?
Nonostante l’attaccamento all’Isola del Sole devo ammettere di preferire la montagna, su questo non si discute! Mi piace passeggiare per boschi, stare a contatto con la natura e poter ammirare da vicino l’imponenza delle pareti rocciose.
- Qual è il suo obiettivo professionale?
Per il periodo storico che stiamo vivendo, devo d’esser grata d’aver un posto di lavoro e per di più nel mio settore di studi, che non è cosa da poco. Certo, sono una persona abbastanza ambiziosa, di conseguenza non posso considerarmi già arrivata, la strada è ancora lunga ed in salita.
- Scrivere un libro o una tesi?
Credo che siano due cose differenti, ma allo stesso tempo l’una non esclude l’altra. Infatti, una tesi di laurea può evolversi in una pubblicazione, è la conclusione di un percorso di studi accademico, l’elaborato di ricerca finale di uno studente, mentre un libro può essere scritto in un qualsiasi momento della nostra esistenza, purché ci sia qualcosa d’interessante da scrivere, considerandolo un punto di partenza.
Il Santuario di Barbana – Storia e Documenti
Agnese Monferà
Ed. Espressioni di Marca Aperta
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