Toccare con mano il cuore di Roma
Il sottosuolo della città eterna nasconde ancora tutto. Per un appassionato del passato, uno storico, un archeologo, uno storico dell’arte, che sia uno studente alle prime armi o un ricercatore esperto, l’emozione che regala uno scavo archeologico è sempre intensa.
Se poi il sito indagato è quello del Palatino, di fronte al Colosseo, all’Arco di Costantino, al basamento del Colosso di Nerone da un lato e fra i Fori Imperiali e le possenti fondazioni della Vigna Barberini dall’altro, proprio lì, nel cuore di Roma, l’esperienza diventa un privilegio unico che è difficile dimenticare.
Toccare con mano la superficie su cui hanno camminato gli antichi, rinvenire un tratto di battuto stradale con i solchi lasciati dai carri che immaginiamo dirigersi al foro, recuperare dalla terra una moneta e riconoscerne l’effigie imperiale, comprendere che lo strato di terra che stai osservando si presenta compatto e scuro, bruciato, perché è proprio quello del famosissimo incendio della città ad opera di Nerone, catalogare ceramica e vetro ricavando informazioni da ogni piccola traccia lasciata duemila anni prima di noi, sono tutti momenti preziosi che fanno dimenticare la fatica del lavoro e del caldo afoso dei mesi estivi quando vengono condotte le campagne di scavi e documentazione annuali.
L’Università di Roma “La Sapienza” infatti opera da oltre un venticinquennio in questo eccezionale contesto urbano con uno scavo didattico e scientifico che ha visto il contributo di centinaia di ricercatori e studenti dello stesso ateneo e stranieri, concentrati nelle tre aree principali delle pendici nord-orientali del Palatino, sud-orientali della Velia e Valle del Colosseo dove il sottosuolo è attraversato da un insieme di complessi edilizi straordinariamente conservati.
Le indagini e gli studi condotti e tutt’oggi in corso hanno fornito nuovi importantissimi dati per una sempre più completa lettura del contesto storico, storico artistico, urbanistico e, non meno importante, storico religioso, dell’area indagata.
Fra le scoperte di rilevanza eccezionale basti ricordare i santuari del Palatino e della Velia nelle loro fasi arcaiche e proto-imperiali, la Meta Sudans, celebre fontana augustea, i blocchi edilizi neroniani della Domus Aurea nella valle del Colosseo e sulle pendici dei colli che vi si affacciano, da ultimo le splendide insegne imperiali attribuite a Massenzio.
Altre più recenti sono ancora in fase di studio, come i grandi complessi imperiali, e le capanne protostoriche sul Palatino. Il sottosuolo della città eterna custodisce dunque ancora innumerevoli informazioni sul nostro passato e l’università italiana costituisce, in questo caso, una vera eccellenza che tutti noi dovremmo conoscere, sostenere e di cui andare orgogliosi.