Gorizia e l’ultimo re di Francia
Non tutti sanno che Carlo X di Borbone (1757 – 1836), l’ultimo Re di Francia, è morto in Italia, a Gorizia e più precisamente a Palazzo Coronini Cronberg.
L’albero genealogico si sviluppa come il figlio di Luigi Ferdinando di Borbone e di Maria Giuseppina di Sassonia, fratello minore del più noto Luigi XVI, ghigliottinato il 21 gennaio 1793 (seguito qualche mese più tardi dalla moglie, Maria Antonietta d’Asburgo – Lorena), e di Luigi XVIII, salito definitivamente e legittimamente al trono l’8 luglio 1815.
Tutto ciò è secondo le volontà del Congresso di Vienna che, dopo i Cento giorni di Napoleone, restaurava la monarchia borbonica in Francia. Succede che Carlo X, al secolo Carlo – Filippo di Francia, conte d’Artois, sale al trono nel 1824 in seguito alla morte del suo predecessore.
A differenza del fratello, che concede una nuova carta costituzionale e dà al Parlamento l’opportunità di votare le leggi, il nuovo re non comprende la portata dei cambiamenti del periodo rivoluzionario, tanto che decide di ristabilire una monarchia assoluta.
Determinato a non concedere riforme e per contrastare l’opposizione anti-borbonica, alla fine di luglio del 1830 emana alcune ordinanze con le quali scioglie il Parlamento, ristabilisce la censura per la stampa e modifica in senso restrittivo il suffragio censorio che provocano l’insurrezione popolare, la cosiddetta Rivoluzione di luglio.
Il 2 agosto dello stesso anno abdica a favore del nipote, Enrico d’Artois, duca di Bordeaux e Conte di Chambord, come farà anche suo figlio, il duca d’Angulême. Ma il regno di Enrico V dura appena una settimana: Luigi Filippo, duca d’Orleans, è nominato “re dei francesi”, e a Carlo X non resta che abbandonare la Francia.
Inizia il lungo esilio dei Borbone di Francia. In un primo momento ripara in Scozia, sistemandosi, assieme alla sua famiglia, in un castello nelle vicinanze di Edimburgo, nel 1832 accetta l’ospitalità di Francesco I d’Austria e si trasferisce presso il castello di Praga, accolto come legittimo sovrano di Francia.
Questa doveva essere una sistemazione provvisoria, ma Carlo X vi rimane fino alla primavera del 1836, quand’è costretto, insieme al suo seguito, a lasciare la residenza boema in occasione dell’incoronazione a re di Boemia del nuovo imperatore d’Austria Ferdinando I.
A questo punto decide di riparare a Gorizia, città ai margini orientali della monarchia austriaca e conosciuta in tutta Europa come “la Nizza austriaca” per il clima mite, salubre e temperato.
Durante il viaggio d’avvicinamento verso la cittadina isontina la famiglia francese viene a sapere che un’epidemia di colera sta colpendo le province centrali dell’Austria, nonostante ciò il 21 ottobre 1836 il destituito re giunge a Palazzo Coronini Cronberg, messo a sua disposizione dal Conte Michele, mentre i suoi famigliari trovano ospitalità a Palazzo Strassoldo (l’attuale Hotel Entourage, che prende tale nome in memoria degli augusti ospiti, in Piazza Sant’Antonio).
Il sovrano inizia fin da subito a esplorare la zona ed esprime il desiderio di visitare il convento francescano della Castagnavizza, adagiato sulla collina del Rafut (oggi in territorio sloveno), complesso religioso che può ammirare anche dalle finestre della sua camera da letto.
Durante i primi giorni di novembre il re manifesta i primi sintomi di colera, purtroppo il medico che l’ha in cura non può far molto, se non decretarne la morte alle prime ore del 6 novembre 1836.
La Casa d’Austria si offre di accogliere la salma nella Cripta dei Cappuccini a Vienna, ma i famigliari decidono di rispettare le sue ultime volontà: determinato a non tornare in Francia nemmeno da morto, Carlo X esprime il desiderio di essere sepolto nella cripta della famiglia della Torre nel complesso della Castagnavizza.
Le sue spoglie riposano ancora assieme ai famigliari che lo hanno seguito durante l’esilio: il figlio, Luigi Antonio, duca d’Angulême, assieme la moglie, il nipote Enrico V e consorte; e la nipote Luisa Maria Teresa d’Artois.
A Palazzo Coronini Cronberg la camera da letto che ospitò l’ultimo re di Francia, e che oggi porta il suo nome, è visitabile durante la visita guidata alla casa-museo dell’omonima Fondazione (Fondazione Palazzo Coronini Cronberg).
Per ricordare l’importante soggiorno, la stanza è arredata in stile Impero – Restaurazione, rispettando le mode dei primi decenni del XIX secolo.
Agnese Monferà